Si chiama “La mano del padrone” l’ultimo libro del giornalista-scrittore Filippo Anastasi. È una saga siciliana ambientata nel novecento dove a farla da padrone in tutti i sensi è un simpatico anche se disastroso personaggio che assomiglia tanto al ‘Gattopardo’ di Tomasi di Lampedusa
Di Leonardo Mattioli
Non tutti i giornalisti sono bravi scrittori come non tutti gli scrittori sono bravi giornalisti. Poi ci sono le eccezioni. Come Filippo Anastasi che , avendo alle spalle una lunga carriera da giornalista di punta, arrivato alla pensione , ha sfornato una serie di libri, soprattutto saggi impiegando l’esperienza e le conoscenze maturate in tanti anni di accurata professione fino a quando ha scritto un vero e proprio romanzo dal titolo più che indicativo “La mano del padrone” (edizioni All Around srl). Una storia ambientata in Sicilia, ad Acireale, dove Don Carmelo , un cosiddetto “ siciliano normanno” alto, biondo con occhi azzurri, è un vero padre-padrone. Un personaggio che, come viene descritto fisicamente, assomiglia tanto al Principe Fabrizio di Salina del libro “il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa .Non diremo di più per evitare di anticipare troppo: i lettori tuttavia, appena lo avranno in mano, (ne sono più che sicuro) non vedranno l’ora di andare avanti nella lettura per capire come finisce. Una prosa, quella di Filippo Anastasi, un romano ovviamente di origini siciliane, asciutta quel tanto che serve, scorrevole, accattivante, ‘morbida’ e delicata . Una vera saga siciliana dove una volta tanto non c’entra la mafia ma questo padre-padrone, Don Carmelo, che con i suoi raggiri e soprattutto i suoi vizi segna la vita dei figli, dei nipoti e delle generazioni a seguire. A dominare la scena è sempre lui ma i personaggi che gli stanno accanto prendono a un certo punto vita autonoma tanto che già si potrebbe pensare a un sequel magari da tradurre in una serie televisiva. Chissà ? D’altronde il romanzo ha già una sua intrinseca sceneggiatura che si presenterebbe molto bene ad essere tradotta in una fiction. Non a caso Filippo Anastasi ,dopo essere stato inviato del Messaggero di Roma, ha lavorato a lungo alla Rai di cui conosce tutti i segreti. Infatti è stato anche direttore di Rai Giubileo, capo dell’informazione religiosa della radiofonia, ideatore e conduttore di Oggi2000, vicedirettore dei Giornali Radio Rai, vicedirettore del TG2, conduttore e caporedattore del TG1. Al suo attivo il «Microfono d’argento» per i servizi televisivi sul Corno d’Africa in guerra, il premio «Saint Vincent» per il giornalismo radiofonico,il premio «Padre Pio» e tanti altri. È autore, tra l’altro, di Giorni nostri verso il 2000 (Bietti, 1978), Padre Pio, la sua voce, la sua storia (Rai-Eri – Padre Pio, 2000-2002), in diverse edizioni e tradotto in più lingue, In viaggio con un Santo (Edizioni Messaggero Padova, 2011), Voci del mondo (Edizioni Messaggero Padova, 2013). Autore di numerosi docufilm per Rai Uno, Rai Tre, La grande storia, TV2000. Tra l’altro è stato anche segretario e tesoriere dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Da non dimenticare: è laureato in lettere ed è stato assistente incaricato di Storia Moderna all’Università La Sapienza di Roma dove ha incontrato la donna che sarebbe diventata sua moglie, Daniela. .