Si è conclusa con successo la missione impossibile della XXV edizione del più grande e amato festival gospel d’Italia. 12 concerti e oltre 3 mila spettatori

È stata, senza dubbio, l’edizione più difficile, ma anche la più attesa. Il Toscana Gospel Festival ha lanciato un segnale forte e chiaro, un messaggio di speranza e di normalità ritrovata. Dodici concerti in altrettante città toscane in sicurezza e serenità che hanno coinvolto oltre 3000 spettatori, con la consueta cura di Officine della Cultura, ideatrice della manifestazione.  «È stata certamente un’edizione faticosa e complicata- dichiara Massimo Ferri presidente di Officine della Cultura che da sempre organizza il Toscana Gospel Festival-. Eravamo partiti con uno spirito ed un’atmosfera forse diverse da quelle con le quali concludiamo. La situazione pandemica ci ha condizionato non poco, e non è responsabilità di nessuno. Ci è però sembrato giusto e doveroso terminare il festival, rafforzando le misure di sicurezza e garantendo sempre gli spettacoli. Ne è uscitaun’edizione emozionate e alle volte toccante. Il Toscana Gospel Festival, come ripetiamo da tempo, è qualcosa di più di un semplice festival. La dimostrazione è anche nel sodalizio che abbiamo avviato con Autismo Toscana per un percorso di informazione e sensibilizzazione sui temi della fragilità e della disabilità che trova nel Gospel Festival il suo partner naturale. Ringraziamo gli oltre 3000 spettatori che ci hanno sostenuto in questo viaggio. Un grazie va anche ai nostri partner ed alle istituzioni, ma soprattutto ai nostri artisti americani che non si sono fermati anzi ci hanno trasmesso una grande energia ed un ottimismo del quale tutti abbiamo bisogno».«Questa avventura a fianco del Toscana Gospel Festival, nonostante la situazione di pandemia, è stata entusiasmante- precisa Marino Lupi presidente di Autismo Toscana -. Per la prima volta siamo stati chiamati a far parte di un progetto artistico di grande livello e che non ci ha visto solo come elementi da sostenere. L’idea che la musica gospel possa essere la colonna sonora delle persone deboli in cerca di riscatto e di un posto nella società è un’idea che ci trova in piena sintonia. La storia ci racconta come per centinaia di anni questa musica abbia contribuito per difendere e riaffermare i diritti e le speranze delle persone emarginate. Ed è quello che il Gospel ha fatto anche in questo 2021. Abbiamo avuto l’occasione di far conoscere a migliaia di concittadini toscani l’esistenza dei nostri figli autistici e delle loro legittime aspirazioni. Purtroppo ancora oggi c’è un gran bisogno di Gospel, di voci fuori dal coro, di musiche e parole che raccontino il mondo degli emarginati e dei diversi. Grazie al Toscana Gospel per aver creduto in questo progetto ed averci accolto, conclude Marino Lupi. Faremo tesoro di questo percorso, che speriamo sia solo l’inizio, per portare i temi dell’autismo fuori dai confini dove ci hanno rinchiuso la demagogia e il conformismo della nostra società».