Siena : il progetto PArNaS prende il volo. Si tratta del Parco Archeologia Natura e Sostenibilità  proposto da un insieme di comitati ambientalisti e diversi soggetti della Val di Paglia e dell’Amiata in alternativa alla centrale geotermica che la società Sorgenia vorrebbe realizzare proprio in quell’area del territorio di Abbadia S. Salvatore. Il progetto nel dettaglio verrà inviato la prossima settimana al premier Draghi e al ministro Franceschini

Di Mariella Baccheschi

Presentato a Siena, nella elegante cornice della Accademia dei Fisiocritici, il progetto PArNaS Parco Archeologia Natura e Sostenibilità della Val di Paglia e dell’Amiata, elaborato da Amiata e Val d’Orcia con il contributo di un prestigioso  comitato tecnico-scientifico che si è messo subito a lavoro per la valorizzazione economica, paesaggistica e culturale dell’area dove la società Sorgenia Le Cascinelle srl, il comune di Abbadia San Salvatore e la regione toscana vorrebbero installare  una centrale geotermoelettrica. Un evento seguito sia da una buona partecipazione in presenza, sia da un consistente numero di accessi online (243), grazie anche al coinvolgimento di illustri relatori, come Ilaria Borletti Buitoni  (in collegamento da Londra e  già presidente del Fai e sottosegretaria del ministero dei Beni Culturali in tre governi), Franco Cambi, Michil Costa, Marco Filiberti, Manlio Lilli, Massimiliano Montini, Luca Nejrotti, Ugo Sani. Dopo la introduzione della coordinatrice del progetto Nicoletta Innocenti, il professore Franco Cambi, archeologo e docente Unisi, è entrato nel vivo, non solo ripercorrendo le antiche tappe delle ricognizioni archeologiche da lui compiute con la università di Siena fine anni novanta, ma cercando di accreditare al massimo la Valle del Paglia, zona non periferica, ma “uno dei cuori” della Etruria storica, “non percorso di beneficenza verso un territorio abbandonato”, “non anticamera della Val d’Orcia”, bensì “parco autonomo e non solo dal punto di vista archeologico”, come prevede il progetto Parnas, nel momento in cui “tutela, ma opera anche un processo di armonizzazione con lo sviluppo sostenibile del territorio”. Lo storico Ugo Sani ha rievocato la nascita del Parco della Val d’Orcia, “esperienza molto emozionante”, dopo che le forze illuminate del territorio riuscirono a respingere il progetto del campo da golf tra Bagno Vignoni e Vignoni, grazie soprattutto all’intervento del professor Asor Rosa che scrisse un articolo di vibrante protesta su La Repubblica. Il giovane archeologo “di strada” Luca Nejrotti ha parlato dei piccoli parchi archeologici nati all’interno di aree industriali. “Il progetto Parnas, invece, ribalta questo rischio percepito dalle comunità locali, valutando anche l’importanza della archeologia pubblica, grazie a una società che è consapevole del potenziale del proprio territorio”. L’archeologia pertanto non è solamente l’elemento che ribalta il progetto di una centrale geotermoelettrica inutile e pericolosa, ma secondo la visione di Parnas è risorsa integrata – sostiene Nejrotti –  e l’idea di parco che ne deriva “non propone solo percorsi fisici, ma una fase di indagine e contenuti resi fruibili a diversi livelli e utilizzati in futuro come valorizzazione del territorio dell’Amiata”. Il regista teatrale e cinematografico Marco Filiberti ha esordito dicendo che la “vicenda di Parnas può trasformarsi in un caso paradigmatico”. La esigenza di riconnettersi con le sorgenti antiche è globale, anche per liberarsi dal “pensiero unico”, la ideologia dominante al servizio degli interessi delle multinazionali, “che non ascoltano, sono sorde, autistiche, solo concentrate sul profitto di pochi”. E ancora “non posso che aderire a questo progetto, che richiama l’avventura dei poeti francesi del secondo Ottocento. Dobbiamo riappropriarci dei nostri doveri. Non possiamo più soprassedere, è una questione di sopravvivenza”. In video da Milano è quindi intervenuta Ilaria Borletti Buitoni, la quale ha definito il progetto “straordinariamente importante e che va nella direzione giusta, perché ricuce un territorio slabbrato”. E ancora: “Il progetto va sposato e io lo sosterrò, in quanto non solo tutela e valorizza il territorio, ma dà anche prospettive di futuro”.

Michil Costa, noto imprenditore di Bagno Vignoni, “la bellezza costa – ha affermato – e qui si rischia veramente di distruggere un patrimonio. Vedo nel progetto geotermico un qualcosa che deturpa il territorio. Le cose giuste sono quelle che nessuno vede. La scelta estetica non è una semplice scelta, è un dovere etico per il futuro. Il progetto Parnas ci dice che il territorio non può essere preso con violenza”. Il professor Massimiliano Montini, docente della università di Siena, ritiene il progetto valido, in quanto nasce dal basso, dalle comunità e prevede laboratori di cooperazione territoriale. E lo ritiene “elemento di bilanciamento” rispetto alla centrale geotermica, proposta da Sorgenia. Per il giornalista e archeologo Manlio Lilli (Il fatto quotidiano) siamo di fronte a “una sorta di puzzle da ricostruire, dove sono presenti la componente archeologia, ma anche gli elementi naturali e umani. Un ambiente naturale non generico, ma anche l’economia locale, tramite il coinvolgimento delle persone che abitano nel territorio”. Parnas promuove infatti “un uso degli spazi, che non mortifichi nessuno” e, in definitiva, “appoggio il vostro progetto di parco – conclude Lilli –  perché è un bel progetto”.  E, infine, l’intervento di Alvaro Gori, in rappresentanza degli operatori del settore agricoltura, allevamento e turismo della valle. “Se realizzato Parnas apporterà valore aggiunto alla Val di Paglia e alla bassa Val d’Orcia. Ringrazio il Soprintendente per l’opera di tutela del paesaggio. Dopo tanti anni, un progetto bello, utile, rispettoso della nostra attività, finora oscurata dai progetti di centrali e discariche”. Il progetto nel dettaglio verrà inviato la prossima settimana al Premier Draghi e al Ministro Franceschini.