Siena: Movimento “Per Siena”,”Pinacoteca nazionale; la ‘provvisoria’ morte della cultura”

Dal Movimento “PerSiena” riceviamo e pubblichiamo

 Da lunedì 17 dicembre 2018 CHIUSURA TEMPORANEA per urgenti lavori agli impianti e per interventi di manutenzione straordinaria, fino a fine lavori. Ci scusiamo per il disagio”. Questo il messaggio che compare nel sito della Pinacoteca nazionale di Siena, ormai da quattro mesi: un periodo inconcepibile. Stiamo parlando del museo più importante della città, il fiore all’occhiello della scuola senese di pittura, quello che da solo potrebbe valere un viaggio. Ma nessuno sembra accorgersene. Del resto, è passato sottotraccia che, nel 2000, Il Comune di Siena aveva definito insieme al Ministero il trasferimento delle opere della Pinacoteca al Santa Maria della Scala, mai avvenuto. L’attuale chiusura, analogamente, non è vissuta come un problema e non la si affronta come una grave emergenza. Nell’attuale amministrazione comunale, evidentemente, sono troppo impegnati a organizzare raduni automobilistici e assaggi di dolci, riempiendo ogni fine settimana piazza del Campo di qualche “evento”. La cultura rimane a lato, in disparte, definitivamente morta nella provvisorietà di una chiusura che si protrae per mesi, come nell’oblio di un immenso patrimonio dimenticato nei cassetti. E quando il bene culturale è così invadente, come possono esserlo una piazza, una cattedrale o un intero centro storico, lo si usa come quinta per fare spettacolo: giocando a fare Disneyland con le nuove tecnologie, organizzando mercatini, ricchi premi e installazioni imbarazzanti, da strapaese. La direzione è chiara: il Comune fa bandi su bandi per dare in concessione spazi (compresa la Fortezza medicea) a chiunque voglia farci qualunque cosa, dalla gara di ballo al torneo di bocce, senza un’idea, un indirizzo. L’importante è occupare spazi per un intrattenimento fine a sé stesso. La cultura è “provvisoriamente” morta e sepolta, a Siena, dopo che, da tempo, non è una priorità politica. Del resto lo avevamo subito capito, vista l’assenza di un assessore specifico nella Giunta comunale. Si punta sulla spontanea proposta di aggregazione, sull’evento popolare come strumento di distrazione dai problemi economici e sociali. Tutto viene ridotto a propaganda. Per questo funziona assai bene la mera animazione, agli occhi del politico locale: diverte, porta gente, distrae dai problemi della quotidianità. Invece, proprio la vita quotidiana dovrebbe avere al centro la cultura, il motore intorno al quale sviluppare conoscenza, intrattenimento, didattica, facendo rinascere un’economia e il prestigio stesso della città”.