Siena: Santa Maria della Scala, il 13 e il 14 marzo due giornate di studio dedicate a Calvino
Due giornate di studio e approfondimento su Italo Calvino per scoprire di più sul rapporto che il celebre scrittore ha intrattenuto con le arti figurative, oltre che sulla rappresentazione del paesaggio e sulla descrizione nella sua narrativa. Sono questi i temi affrontati nel convegno “Per immagini. Arte, paesaggio e scrittura in Italo Calvino” in programma il prossimo 13 e 14 marzo al complesso museale Santa Maria della Scala di Siena e organizzato da Riccardo Castellana, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università degli studi di Siena. Le due giornate si terranno nell’ambito della mostra curata da Michela Eremita “Fausto Melotti. In leggerezza. Un omaggio a Italo Calvino”, inaugurata lo scorso 7 dicembre al Santa Maria della Scala e in programma fino al prossimo 7 aprile. La prima delle due giornate, presieduta da Marcello Ciccuto, verterà sui rapporti tra Italo Calvino e le arti figurative, privilegiando anzitutto le figure di artisti amici e ispiratori come Fausto Melotti e Giulio Paolini, ma indagando anche sulle scelte grafiche di Calvino editore e sulle interpretazioni visive delle Città Invisibili. Si alterneranno al podio alcuni tra i maggiori studiosi di Calvino, come Letizia Modena e Domenico Scarpa, autore della recente e monumentale monografia Calvino fa la conchiglia, punto di approdo di un lavoro pluridecennale intorno alla figura dello scrittore sanremese, ed esperti di illustrazione letteraria ed editoria come Chiara Portesine e Claudio Pavese. La seconda giornata, coordinata da Anna Baldini dell’Università per stranieri di Siena, ha invece come obbiettivo lo studio dei procedimenti descrittivi e lo sguardo nella narrativa di Calvino. Verranno esaminati da un lato la rappresentazione del paesaggio naturale e urbano (Giulio Iacoli e Niccolò Scaffai), ma anche quella dello spazio narrativo, adottando metodologie narratologiche e stilistiche (Filippo Pennacchio) e indagando gli intrecci tra scrittura e arte cinematografica come modello di narrazione in camera eye (Riccardo Castellana).