Siena:  “Spending review” degli enti locali; assessore Pagni,“agiremo secondo i principi del buon padre di famiglia”

Quali azioni l’amministrazione comunale intende mettere in atto in relazione al provvedimento emanato dal Governo sulla “spending review degli enti locali” e i conseguenti probabili tagli alle entrate di parte corrente per il Comune di Siena. E’ questo il tema di un’interrogazione presentata dai consiglieri del gruppo Partito Democratico (Giulia Mazzarelli, Gabriella Piccinni, Alessandro Masi e Luca Micheli) e del gruppo Progetto Siena (Adriano Tortorelli e Anna Ferretti) e alla quale ha risposto  l’assessore al bilancio, Riccardo Pagni. “Quello di cui si parla – ha dichiarato l’assessore – è un disegno di legge approvato dal Governo e passato, a oggi, in prima lettura al Senato e, quindi, foriero di cambiamenti in melius et in peius, che rende impossibile effettuare delle previsioni certe. Nel disegno di legge è previsto che nel corso del quinquennio 2024/2028, e quindi per la durata di cinque anni, venga effettuato un taglio di risorse a carico degli enti locali di duecento milioni annui nel caso dei Comuni e di cinquanta milioni annui nel caso delle Province e delle Città Metropolitane. Il primo dato politico da analizzare è quindi quello relativo alla ragione per cui lo Stato, rappresentato dal Governo, abbia palesato in questa fase detta necessità. Il tutto deriva chiaramente dall’enorme debito contratto dallo Stato, pari a oggi a 117,5 miliardi di euro, con una previsione finale di centoquaranta miliardi, in ragione delle disposizioni del ‘Superbonus’ centodieci per cento, che stanno influenzando in maniera più che negativa le finanze dello Stato e a ricaduta le finanze degli enti locali”. “Dalle statistiche aggiornate a oggi – ha proseguito Pagni – risulta che la spesa iniziale di ottantacinque miliardi di euro ha riguardato solo 74mila condomini, 237mila edifici unifamiliari, 115mila unità indipendenti e addirittura sei castelli a fronte di 12.187.698 edifici residenziali, di cui parte costituiti in un milione e 200mila condomini in cui vivono quattordici milioni di persone. I dati successivi al 30 aprile 2024 ricavati dall’Osservatorio della finanza pubblica della Camera dei Deputati precisano che risultano ammessi al contributo 495.467 interventi per una spesa di circa 117,5 miliardi di euro. Quella misura del 110 per cento è servita, pertanto, solo ad agevolare i più abbienti, che avevano la possibilità di affrontare la spesa necessaria agli efficientamenti dei loro immobili anche qualora il contributo fosse venuto meno, mentre le persone meno abbienti si sono guardate bene dall’adire a questo beneficio, nel timore di indebitarsi e di poter perdere anche i beni sui quali sarebbero stati eseguiti i lavori”. “Detto ciò – ha sottolineato l’assessore – è palese che l’intervento sul ‘Superbonus’ viene a ricadere e verrà a ricadere inevitabilmente anche nei bilanci successivi dello Stato e in quelli degli enti locali, nei confronti dei quali la misura, se approvata, risulta essere di un importo molto meno significativo. Questo perché, in realtà, la somma di duecento milioni di euro riguardante il Fondo di solidarietà comunale, qualora divenisse definitiva, andrebbe ripartita tra 7900 Comuni italiani e inciderebbe, secondo i calcoli Anci, solo in misura dello 0,5 per cento dell’importo complessivo della spesa corrente detratto l’importo della missione numero dodici(cioè la spesa per il sociale)”. “Riguardo alle risorse del Pnrr – ha aggiunto Pagni – la somma potrebbe essere decurtata dagli importi assegnati solo in mancanza dell’ultimo rendiconto approvato, ma non è questo il caso del Comune di Siena. A tal proposito facciamo presente che il Comune di Siena e questa amministrazione sono da considerarsi un esempio virtuoso, essendo nei tempi con l’inizio dei lavori soggetti al Pnrr e con le relative rendicontazioni. In ogni caso, qualora dovessimo avere una riduzione del Fondo di solidarietà comunale, agiremo secondo i principi del buon padre di famiglia, facendo delle economie sulle spese meno necessarie e, soprattutto, su quelle spese che non verranno prevedibilmente a realizzarsi nel corso dell’anno o nel triennio, cercando di non imporre sacrifici alla nostra cittadinanza”.