Toscana: castagne; Coldiretti ,”raccolta in recupero (+20%) spinge produzione di farina e sagre d’autunno”

La castanicoltura toscana in recupero nonostante la preoccupazione per gli effetti della siccità accende i mercati, spinge la produzione della farina Made in Tuscany e rilancia le presenze turistiche nei borghi grazie a feste e mercatini contadini. A dirlo sono Coldiretti Toscana e Associazione Città del Castagno che stimano un incremento della produzione intorno al 20%, anche se non in maniera uniforme, insieme ad una raccolta partita in anticipo, già a fine settembre, in molte zone della regione.Con sei prodotti a denominazione di origine legati al castagno (sono quindici a livello nazionale) – il Marrone del Mugello IGP, il Marrone di Caprese Michelangelo DOP, la Castagna del Monte Amiata IGP, la Farina di Neccio della Garfagnana DOP, la Farina di Castagne della Lunigiana DOP ed il Miele della Lunigiana DOP – la Toscana si conferma la regione regina d’autunno per le produzioni certificate. Sono circa 13 mila gli ettari da frutto e poco più di 5 mila le aziende castanicole censite secondo l’ultimo censimento dell’agricoltura Istat.“L’annata castanicola è molto buona. Le castagne sono belle e sane. Stiamo tornando, dopo anni altalenanti, ad un livello di produzione importante anche se il comparto, che riteniamo fondamentale dal punto di vista ambientale, economico e turistico per i territori montani e per la filiera agroalimentare, ha ancora notevoli margini di crescita e sviluppo. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – . I temi che dobbiamo affrontare concretamente sono l’abbandono di migliaia di ettari di castagneti da frutto quando hanno rappresentato in passato una fonte indispensabile di sostentamento e quello dell’aggregazione: il 90% delle aziende castanicole se dovessero contare solo su questa produzione non riuscirebbero a sopravvivrebbero. La filiera della castagna è una filiera che può essere molto interessante per i giovani e può garantire occupazione e prospettive sia per la vendita del prodotto fresco sia per il prodotto trasformato per la ristorazione e la distribuzione organizzata. Per recuperare i castagneti, rimetterli in produzione e salvaguardare i nostri boschi, serve creare le condizioni perché diventi un’attività in grado di garantire reddito. Dobbiamo invertire la rotta”.