Toscana : presidente Giani, “riattiveremo il Treno della Memoria. Stanziati 500mila euro”
“Quest’anno riattiveremo il Treno della Memoria”. Lo ha annunciato il presidente Eugenio Giani in occasione della conferenza stampa a Firenze – assieme all’assessora alla cultura della Memoria Alessandra Nardini e Alessandra Papa dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana – per presentare le iniziative che la Regione organizza per celebrare il 27 gennaio, Giorno della Memoria, a 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz. “Ancora non sono precise le date, ma abbiamo messo le risorse, circa 500 mila euro, in bilancio”, ha spiegato il presidente ricordando il grande valore educativo del treno, “tanto più nel 2025, a 80 anni da quel 27 gennaio in cui avvenne la liberazione del primo dei grandi campi di concentramento e di sterminio come Auschwitz”.“Il giorno della memoria è caratterizzato sempre da una straordinaria attenzione da parte della Regione Toscana”, ha aggiunto Giani, che a proposito dell’edizione 2025 del Meeting con le scuole quest’anno ospitata venerdì 24 gennaio dal Teatro del Maggio di Firenze, vedrà ancora una volta la partecipazione di Andra e Tatiana Bucci, sorelle, all’epoca bambine, sopravvissute alla Shoah, “il cui racconto è sempre qualcosa di straordinario e coinvolgente”. “Il nostro obiettivo – ha concluso Giani – è riuscire a creare una sensibilità, il senso della memoria, direbbe il Presidente Mattarella, con cui guardare al futuro, proprio prendendo lezione da quello che è successo per le nuove generazioni”. “Approfondiremo tutte le varie deportazioni di quel periodo buio e vergognoso della storia, a partire dal dramma della Shoah, con la voce e la testimonianza delle sorelle Bucci – ha detto l’assessora Nardini illustrando il calendario di appuntamenti della Regione – ma avremo modo di raccontare anche quella che fu la deportazione e l’assassinio delle persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ discriminate per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere, di Rom e Sinti, di persone con disabilità fisica o psichica, di oppositori politici che venivano uccisi per le loro idee, per la non adesione al nazismo e al fascismo che scelsero di contrastare, ma anche la storia spesso dimenticata degli internati militari italiani, gli IMI, coloro che dopo l’8 settembre decisero di non schierarsi dalla parte sbagliata, così come la storia della deportazione e delle persecuzioni dei testimoni di Geova”.