Toscana : sanità pubblica ; on.le Fabrizio Rossi (FDI), “fallimento delle tre mega Asl. Costi e disagi in aumento, e intanto manca anche il personale sanitario”  

“Quando si fa una Legge o si propone una Riforma, bisognerebbe tener conto di molteplici fattori: da quelli relativi all’aspetto sociale, ambientale, della morfologia del territorio, nonché di valutazioni antropologiche e molto altro. Tutto questo, a maggior ragione, quando si tratta della vita e la salute delle persone”, lo afferma Fabrizio Rossi, Deputato di Fratelli d’Italia e parlamentare della circoscrizione Grosseto-Siena . “Esattamente quello che non è successo anni addietro, quando la Regione Toscana ha proceduto al fenomeno dell’accorpamento delle varie Asl in solamente 3 (“le famose 3 aslone”), con la conseguente centralizzazione delle cure, causando tra l’altro – precisa l’on. Rossi – disastri da tantissimi punti di vista. Infatti, un “ospedale di montagna” ha caratteristiche e necessità molto ben diverse rispetto ad uno situato “in pianura”, come ad esempio uno ad alta intensità turistica, ha invece necessità anch’esse diverse rispetto ad un altro situato in un territorio a valenza industriale. Bene, fatta questa premessa, adesso più che mai diventa chiara e netta la totale contrarietà da parte di Fratelli d’Italia alla così detta decapitazione sistematica dei piccoli ospedali toscani che è in atto ormai da anni, come ad esempio quelli maremmani di Pitigliano, Casteldelpiano e Massa Marittima in provincia di Grosseto. Tra l’altro, in uno di questi, il Sant’Andrea di Massa Marittima, il prossimo 14 luglio avverrà la “visita” dell’assessore regionale alla salute Bezzini per “incontrare professionisti e amministratori del territorio . Pertanto, siamo assolutamente certi di essere nel giusto affermando che la famosa riforma della sanità pubblica toscana ha fallito. Una riforma che aveva per scopo quello di creare risparmi, cosa che però, stando ai dati, ma soprattutto ai debiti accumulati dalla Regione Toscana, possiamo affermare senza ombra di smentita che ciò non si è verificato. Purtroppo, della sanità toscana rimane fra tutti il fallimento economico, ma soprattutto anche i disagi creati ai cittadini . In sanità pubblica, il criterio tipo “catena di comando” non funziona. Anzi più allunghi questa catena, maggiori sono, sia le spese che le inefficienze, perché più il centro si distanzia dalla periferia, meno quest’ultimo conosce e percepisce le problematiche del territorio. Mentre le centralizzazioni sono utili ed efficaci per alcune “patologie tempo dipendenti” (come ad esempio ictus-infarto), o per le nascite (avere una maggiore sicurezza), o per interventi di Chirurgia maggiore: anche se in quest’ultimo caso andrebbe tenuto conto delle professionalità del personale sanitario, perché se in un piccolo ospedale ho un bravo chirurgo, non si può frenare una grande professionalità, per rispettare il “criterio della centralizzazione”. Mentre, al contrario risulta incomprensibile che per interventi di “chirurgia ordinaria” o “specialistica minore”, si debbano trasportare pazienti a “lunga distanza” dal luogo di residenza, causando grandi disagi, specie se quest’ultimi sono persone fragili e anziane. Ma la cosa grave è che tutto questo appena elencato viene caricato sulle spalle dei malati, senza contare i costi e i disagi connessi (perché spostarsi genera dei costi), e nel frattempo non produce nessun risparmio evidente. C’è un vecchio “adagio” che calza a pennello parlando di sanità pubblica della toscana: “volere la botte piena e la moglie ubriaca”, mentre purtroppo al contrario oggi ci troviamo nella nostra regione al paradosso di avere: “la botte vuota, e la moglie astemia”, conclude il Deputato di Fratelli d’Italia, Fabrizio Rossi che è anche coordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni.