Volterra : mafia e corse clandestine a Messina ; il plauso di IHP a Carabinieri e Procura. Il presidente, Sonny Richichi: “Denunciamo il fenomeno da anni: questi cavalli finiscono alla macellazione clandestina. Bisogna subito aumentare i controlli e inasprire le pene”.

Cavalli maltrattati fino alla morte per portare denaro nelle casse della mafia con le corse clandestine: l’operazione “Cesare”, condotta questa notte dai Carabinieri di Messina e coordinata dalla DDA, ha smantellato un gruppo criminale legato al clan mafioso Galli e ha alzato il velo su una pratica, quella delle corse clandestine di cavalli, che IHP denuncia da anni. “Il nostro grande plauso alle forze dell’ordine e alla Procura della Repubblica per questa imponente operazione” è il commento di Sonny Richichi, presidente di IHP, Italian Horse Protection, associazione attiva nella tutela degli equidi con sede a Volterra.“Con un grande lavoro sotto traccia hanno portato alla luce un fenomeno odioso e pericoloso: 33 arresti non sono pochi, ma vanno inasprite pesantemente e subito- aggiunge –  le pene per questi reati che si caratterizzano per il legame con due fenomeni altrettanto preoccupanti, la mafia e la macellazione clandestina .L’operazione “Cesare” ha svelato il controllo esercitato dalla mafia nel business delle scommesse illecite sulle corse clandestine di cavalli, effettuate durante la notte nelle strade cittadine della zona di Messina. Il gruppo mafioso messinese si rapportava con i clan Santapaola di Catania per regolare i rapporti e le controversie riguardanti le gare clandestine tra scuderie messinesi e catanesi, effettuate nei territori di confine tra le due province. Tra gli indagati anche un veterinario compiacente che somministrava farmaci agli animali per incrementarne le prestazioni. Contestate, tra l’altro, le accuse di associazione di tipo mafioso, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine su competizioni sportive non autorizzate, maltrattamento di animali. Le corse clandestine non sono il passatempo di quattro balordi, ma l’esibizione e la misurazione del potere fra consorterie mafiose, attraverso quelle icone di forza e fierezza che sono i cavalli – prosegue il presidente di IHP -. Il secondo legame è con la macellazione clandestina alla quale vengono avviati i cavalli sfruttati nelle corse clandestine quando non sono più buoni per correre, dopo essere stati dopati e maltrattati. Anche se ovviamente non è conteggiabile, quello della macellazione clandestina è un fenomeno pervasivo, una vera e propria piaga. I numeri ufficiali sulle macellazioni ci fanno pensare che i controlli siano scarsi e carenti, che ci sia un grosso numero di cavalli macellati fuori dai circuiti ufficiali, provenienti molto spesso dalle corse clandestine, destinati a sfuggire ai conteggi del ministero della Salute”.