A Città della Pieve il primo atto dei due Distretti del Cibo umbri

A qualche mese, ormai, dal riconoscimento ottenuto dalla Regione dell’Umbria il 16 giugno scorso, per i due Distretti del Cibo umbri (quello del’Area Trasimeno-Corcianese e quello Sud-Ovest Orvietano)ecco il primo atto del percorso che auspicabilmente dovrà portare ai territori di riferimento oltre 10 milioni di euro, in investimenti, promozione e ricerca nel settore agroalimentare regionale sui120 milioni di europrevisti dal bando del MIPAAF in materia, prossimo all’uscita.  Si è trattato di un’importante e partecipata assemblea congiunta, quella tenutasi  a Città della Pieve,alla presenza del vice Presidente della Giunta Regionale e Assessore alle Politiche Agricole Roberto Morroni, del Sindaco di Città della Pieve Fausto Risini, del Presidente del Gal Trasimeno-Orvietano e del Distretto del Cibo di Orvieto Gionni Moscetti, del Presidente del Distretto del cibo Trasimeno-Corcianese Romeo Pippi, della Direttrice del Gal e coordinatrice dei Distretti Francesca Caproni, del Presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno Matteo Burico, del Prof. Daniele Parbuono dell’Università degli Studi di Perugia e di numerosi imprenditori che hanno già aderito ai Distretti o che stanno per farlo. Un’occasione utile per accendere il dibattito sulle strategie e sui prossimi appuntamenti con l’obiettivo di costruire il progetto migliore, serio e innovativo in grado di avviare un efficace processo di crescita del settore economico territoriale più importante, l’agroalimentare, che si intreccia spesso con quello turistico e delle tradizioni locali.L’assemblea, i relatori e i promotori dei due Distretti del Cibo, i primi in Umbria, hanno riconosciuto all’Assessore Morroni grande vicinanza ed incoraggiamento nel percorso che ha portato alla costituzione ed in seguito al riconoscimento regionale. “Atti convinti – ha risposto Morroni – per l’importanza dei Distretti del Cibo che possono cambiare la filosofia e la forza del settore agroalimentare in Umbria, proprio perché insieme si può fare di più e meglio che da soli. Occorre infatti – ha sottolineato – sviluppare la cultura dell’agire insieme per creare occasioni di sviluppo e di crescita economica che possano arrestare la fuga dei giovani, dei più qualificati che sono costretti spesso ad espatriare per lavorare. E’ il momento – ha concluso – nel quale è necessario costruire il progetto con apporto qualificato per attrarre risorse che sono aggiuntive rispetto al PSR e ai Fondi Comunitari, riconoscendo unità di intenti e sintonia tra Regione, Gal, istituzioni e imprese, presupposti fondamentali per completare con successo questo lavoro”.