Chiusi: è cominciata con il “botto”  la 19° edizione del  festival Orizzonti che come primo spettacolo ha messo in scena  un vero e proprio appello alla salvaguardia ambientale dal titolo “Tragicomico con  Brio” del collettivo “Semidarte” che così ha anche festeggiato il suoi primi 40 anni di attività di compagnia teatrale

Di Leonardo Mattioli

E’ stato un tuffo nel passato per rendere migliore il presente e il futuro in tutti i sensi. Una ventina di attori di Chiusi e dintorni hanno festeggiato così i 40 anni del collettivo “Semidarte” , una delle prime compagnie teatrali del territorio, di cui hanno fatto parte o continuano a farlo mettendo in scena, come  primo spettacolo della 19° edizione del festival Orizzonti , una gustosa e avveniristica pièce ambientalista ed ecologista con notevoli risvolti sociali di stretta attualità dal titolo che è tutto un programma “Tragicomico con Brio”. Uno spettacolo corale con una ventina di attrici e di attori, tutti bravissimi e tutti rodatissimi, che hanno messo in scena una ipotetica crisi provocata dall’improvviso esaurimento dei combustibili fossili, in una società completamente dipendente da essi.  Uno spettacolo voluto fortemente dal direttore artistico del Festival Gianni Poliziani che tuttavia non è salito sul palcoscenico (si fa per dire, perché lo spettacolo si è svolto all’aperto di fronte a una centinaio di persone  sedute in un giusto distanziamento nei giardini di Piazza Vittorio Veneto)lasciando spazio alle colleghe e ai colleghi, tutti nomi noti del teatro del territorio e non solo come Mascia Massarelli, Francesca Carnieri,Sara Bartoli,Enrico Mearini, Fabiola Baccaille, Sabrina Rigutini, Gianni Nasorri,Sonia Nasorri, Leonardo Chiezzi, Lara Fei, Giampaolo Tomassoni, Virgilio Vincenzoni, Claudia Morganti, Walter Rigutini, Altero Culicchi, Fabio Culicchi, Patrizia Barucci, Massimiliano  Minotti, Giuliano Meconcelli e Giampiero Scaccini. Inframmezzato da citazioni di personaggi che hanno ipotizzato un “medioevo prossimo futuro” (titolo del libro del politologo Giuseppe Vacca), lo spettacolo mette in risalto soprattutto la crisi  delle società che hanno un grado di tecnologia più avanzato, quindi soprattutto le città, mentre quelle cosiddette ‘primitive’ risentono meno di questi problemi  di mancanza di carburanti fossili . In sintesi si sopravvive ritornando al baratto di cose e di servizi come merce di scambio. Insomma un ritorno al passato per capire gli errori commessi e cercare di non ripeterli nella nuova società da ricostruire all’insegna della salvaguardia ecologistica. E saranno queste società ‘primitive’ insieme ad alcuni scienziati ‘illuminati’ a capire e a guidare verso la transizione ecologica il genere umano smarrito e anche “affamato” di saperi nuovi. Insomma uno spettacolo, applauditissimo (nel parterre anche l’assessore alla Cultura Daniela Masci)  che con il “botto” ha dato il là a quest’ultima edizione del Festival Orizzonti che fino all’8 agosto metterà in scena ben 18 spettacoli. Da ricordare che, come vuole la tradizione, il Festival si è aperto con il concerto inaugurale della Filarmonica della Città di Chiusi che ha preceduto l’avvio della mostra personale di Gianfranco Gobbini “Stratificazioni” al Museo Nazionale Etrusco.