Cortona : ultimo appuntamento per festeggiare i 50 anni del Fotoclub Etruria. Una mostra a Palazzo Ferretti
Si conclude in bellezza la lunga e intensa maratona di iniziative organizzate dal Fotoclub Etruria per festeggiare i 50 anni di attività. Il gran finale è dedicato ad uno straordinario “Tesoro Ritrovato”, l’archivio fotografico di Don Amedeo Galaurchi. Grazie ad un sapiente lavoro di squadra l’associazione digitalizzato e restaurato questo spaccato umanamente toccante che documenta la realtà contadina della Valdichiana dei primi anni del ’900 e oggi è in grado di presentarlo al pubblico sia con una mostra che con una pubblicazione. L’appuntamento pubblico si è aperto nelle sale di Palazzo Ferretti in via Nazionale e si concluderà solo al termine delle festività natalizie. Viene patrocinato dal Comune di Cortona ed è inserito nelle iniziative del calendario “Christmas Cortona, la città degli angeli”. “Chiudiamo quest’anno in assoluta ‘bellezza’ – commenta soddisfatto il presidente del Fotoclub Etruria Maurizio Lovari – è, infatti, completamente superfluo da parte mia sottolineare l’importanza e il valore culturale di questa operazione che arricchisce il patrimonio di memoria e di storia della nostra comunità. Voglio ricordare e ringraziare come socio e come carissimo amico il compianto Vito Garzi, non solo per il lavoro da lui svolto grazie al quale tutto questo è stato reso possibile, ma anche per il suo entusiasmo, la determinazione con cui sin dall’inizio ha voluto e spinto il Fotoclub ad impegnarsi al massimo perché questo prezioso materiale avesse la giusta valorizzazione. Il libro è dunque anche l’adempimento di una promessa che io come presidente e come amico, assieme ad Enrico Venturi, ci eravamo assunti e che grazie anche al suo impegno, siamo riusciti finalmente ad esaudire”. Un lavoro, come detto, di squadra, a cui ha preso parte l’Accademia Etrusca, la Curia Vescovile, l’Amministrazione comunale, la Banca Popolare di Cortona e la Banca Mediolanum che hanno sostenuto l’iniziativa editoriale. Le lastre sono state rinvenute durante dei lavori di restauro del Monastero cistercense cortonese della SS. Trinità, in un vecchio deposito-magazzino. Successivamente è avvenuto il certosino lavoro di digitalizzazione e restauro. “Come per magia, quelle lastre fotografiche hanno dato vita ad una straordinaria galleria di ritratti riguardanti uomini, donne, singole persone, gruppi, famiglie, anziani e bambini, benestanti e poveri cristi – spiega Sergio Angori Conservatore bibliografico dell’Accademia Etrusca – tutti vissuti in uno spicchio di terra della campagna cortonese più o meno un secolo fa. Immagini che, con il fascino del bianco e nero e con la patina del passato, danno conto di un mondo e di un’epoca che ci appaiono lontanissimi e che invece sono quelli dei nostri nonni se non dei nostri genitori”. A salutare l’avvio di questa nuova rassegna è intervenuto anche monsignor Italo Castellani che ha ricordato la figura di don Galaurchi e di alcuni parroci cortonesi. L’appuntamento espositivo a Palazzo Ferretti riserva un’ulteriore sorpresa. Il Fotoclub Etruria, infatti, ha deciso di affiancare all’esposizione dedicata alle immagini di Don Galaurchi, una collaterale per rendere omaggio a Giovanni Carloni uno dei primi e più rappresentativi cultori dell’arte della fotografia a Cortona, i cui scatti riguardanti principalmente le vie, le piazze, i monumenti, gli angoli più suggestivi della sua Città rivelano una finissima sensibilità artistica e una straordinaria competenza tecnica. La raccolta fotografica è frutto di una donazione delle lastre negative di Carloni da parte della famiglia all’Accademia Etrusca di Cortona. “L’iniziativa non può che rendere orgogliosa l’Amministrazione comunale – sottolinea il Sindaco Luciano Meoni – orgogliosa perché si tratta di una rassegna che ci fa riscoprire il nostro passato. Il ritrovamento delle lastre fotografiche di Don Galaurchi diventa un patrimonio comune di conoscenza, è qualcosa di molto simile a quello che può accaderci intimamente, andando a cercare in fondo ai cassetti delle case dei nostri cari”.