Festa 25 aprile:  il 22 aprile al Circolo Arci Resistenti di Trequanda lo spettacolo “La Partigiana nuda”

“La Partigiana nuda” lo spettacolo in programma sabato 22 aprile alle ore 18 al Circolo Arci Resistenti di Trequanda, promosso dallo stesso Circolo Arci e da Arci Siena aps, con il patrocinio del Comune ospite, nell’ambito delle celebrazioni dedicate al 25 aprile e al 78esimo anniversario della Liberazione. L’iniziativa è a ingresso libero e sarà seguita da un aperitivo per tutti i presenti.  “La Partigiana nuda” prende spunto da episodi accaduti in Veneto durante la Resistenza a cui il poeta-partigiano Egidio Meneghetti ha dedicato una ballata. Nell’inverno tra il 1944 e il 1945 all’interno di Palazzo Giusti, a Padova, la “Banda Carità” costringeva talvolta le partigiane più coraggiose a denudarsi tra scherni e insulti e in quella atmosfera da incubo alcune donne rischiarono la follia. Da questi fatti è nata una ballata con parole semplici e disadorne, scritte usando il dialetto veneto, schietto e aderente all’anima popolare della Resistenza, e richiamando, più volte e spontaneamente, espressioni e atteggiamenti dei cantastorie che, da secoli e specialmente nelle campagne, ripetono la tragedia della “Donna lombarda”.Lo spettacolo “La Partigiana nuda” rappresenta, così, un percorso tra interviste e racconti di partigiane raccolti in tutta Italia dove si uniscono immagini, ricordi, momenti ironici e battaglie di donne che hanno vissuto la Resistenza. Nelle parole della Partigiana nuda rivivono, infatti, le speranze e i ricordi di ragazze e donne di Siena, Poggibonsi, Milano, Padova, Venezia, Vicenza, Firenze, Belluno, Trieste, Reggio Emilia, Perugia, alcune più tragiche e altre ironiche e dissacranti, lasciate da ogni ragazza affinchè la gente continuasse a raccontare la loro e la nostra storia. A salire sul palcoscenico saranno un’attrice e una cantante, pronte a raccontare una storia fatta di uomini e donne, montagne e pianure, corse in bici e posti di blocco, figli a cui rinunciare e figli da cui tornare e la ballata della Partigiana nuda finisce, così, per assomigliare a una preghiera da ripetere, per non dimenticare.