Il libro del mese di aprile 2023: “L’amante silenzioso” di Clara Sanchez ( Mondadori 2018) che invita a una riflessione sulla spiritualità e a fare attenzione soprattutto a distinguere il bene dal male

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Di Francesca Andruzzi

 

Una storia di fantasia che fa riferimento, però, a un fenomeno reale.  Persone, soprattutto giovani, ma non solo, che, per riempire un vuoto, cadono in un abisso. Facili prede di sedicenti maestri, santoni, chiamateli come volete. Individui privi di scrupoli che approfittano del vuoto interiore altrui per soggiogare, incatenare in nome di una spiritualità nella quale essi, spesso, non credono. La tensione verso il mondo spirituale è innata nell’essere umano che, prima o poi, lo cerca. In questa ricerca, però, rischia di cadere nelle mani sbagliate, come accade a Ezequiel, coprotagonista di questo libro, un ragazzo di una cosiddetta buona famiglia che pensava di crescere il figlio tramite la soddisfazione di bisogni materiali. Ezequiel arriva fino in Africa per cercare quella parte di sé che necessita di spiritualità e incontra Maìna, un delinquente che si presenta come guida dell’anima. Isabel viene incaricata di cercare Ezequiel e di riportarlo a casa. Accetta l’incarico perché suo fratello, anni prima, si è tolto la vita proprio per sfuggire a una setta simile a quella gestita da Maìna. La storia narrata dalla Sanchez ha un risvolto “giallo”, perciò meglio non aggiungere altro. Come i nostri lettori sanno bene, questa rubrica suggerisce una lettura al mese non solo per indicare un buon libro, ma per riflettere sul messaggio in esso contenuto.La parola chiave che abbiamo scelto per voi è spiritualità. Quando manca una educazione, una cura, un indirizzo sano verso questo bisogno di spiritualità – da parte della famiglia, della scuola, dello stesso Stato che, anche se laico, non può ignorare i bisogni della popolazione – si rischia un vuoto interiore. Per colmare questo vuoto o per non perdersi in esso, si cede, spesso, al vizio, ai vizi: droga, alcool, sesso fine a se stesso. Nell’oceano della depressione, che affligge chi tenta di riempire il vuoto con altro vuoto, arrivano personaggi che si travestono da scialuppa di salvataggio, da bussola. In realtà, sono squali pronti a pasteggiare. Ma il naufrago vede la scialuppa, vede la bussola, non vede lo squalo. E si lascia mangiare, a poco a poco. Come dimenticare, negli anni ’70 del secolo scorso, gli adepti della setta del Reverendo Jones. Quasi mille persone che si suicidarono (dopo aver ucciso bambini, anche neonati) per ordine di un pazzo che si dichiarava prete, ma odiava il cristianesimo.In India, poi, un predicatore, scomparso nel 2011 – ma per il quale ancora oggi molta gente affronta un lungo viaggio da ogni parte del mondo – e considerato un benefattore, venne definito da Padre Amorth addirittura l’incarnazione del demonio; l’esorcista sosteneva che molti seguaci restassero vittime di possessione. Insomma, che siano pazzi o amanti del denaro e del lusso, che si travestano da religiosi o da filantropi, che siano più o meno noti, questi soggetti hanno in comune una caratteristica: attirano, con artifizi e raggiri, chi non ha collocato il bene nella propria dimensione spirituale. Può apparire curioso che abbiano necessità di imbrogliare chi non ha ancora scelto tra il bene e il male. Non dimentichiamo, però, che anche il male risiede nella dimensione spirituale.  Cancellare la dimensione spirituale non è possibile: è proprio la dimensione spirituale a essere imprescindibile. A noi resta la scelta tra il bene e il male. Per muoversi nella spiritualità, perciò, occorre essere forti, avere quella forza che si costruisce giorno per giorno e che consente di scegliere il bene e, soprattutto, di saperlo riconoscere. Perché il travestimento preferito dal male è il bene. Non meraviglia, dunque, che il peccato del demonio sia l’invidia, visto che, per ottenere consensi, ha necessità di vestire i panni del suo avversario.