Il libro del mese di gennaio 2023: ‘PER NIENTE AL MONDO” di Ken Follett pubblicato nel 2021 ma con un messaggio che ha anticipato l’attualità. Quello della ‘giustificazione’ rispetto al conflitto praticamente mondiale in corso
Di Francesca Andruzzi
Il primo giorno dell’anno nuovo è sempre stato dedicato ai buoni propositi. Ma chi decide se essi siano effettivamente buoni, cioè giusti? Qual è il metro di giudizio per tale valutazione? A questa domanda sembra rispondere il romanzo di Ken Follett, Per niente al mondo, pubblicato da Mondadori nel 2021, quando già si percepivano nell’aria le tensioni, a livello mondiale, tra i cosiddetti Grandi della Terra, ma ancora non era scoppiata quella che, a livello mediatico, è divenuta la Madre di tutte le guerre. E non solo a livello mediatico, poiché il coinvolgimento, sia pur “diplomatico”, anche dell’Europa (nata per scongiurare proprio la guerra), rischia di trasformare questo conflitto locale, secondo gli esperti di geopolitica, in un conflitto mondiale. Non è una certezza, ma già parlare di rischio è sufficiente per creare qualche preoccupazione, visto che, da più parti, si parla, anche se in guisa ipotetica, di ricorso alle armi nucleari. La storia narrata da Ken Follett, pur proveniente dalla fantasia dell’autore, presenta personaggi, situazioni e scenari che ben si possono ritrovare nella realtà che, come noto, spesso supera la fantasia. In Per niente al mondo il Presidente USA è una donna, così come il Presidente della Corea del Sud. L’Africa, poi, viene analizzata per ciò che realmente è: un ricco Continente sfruttato fino alla morte dalle grandi Potenze e teatro di interessi finanziari che non conoscono scrupoli. La Cina sembra essere l’unico vero e potente antagonista degli Stati Uniti e dei suoi Alleati. Una Cina dove uomini e donne che tentano di risolvere diplomaticamente conflitti apparentemente locali (come quello tra la Corea del Nord e quella del Sud) vengono messi a tacere dagli esponenti più anziani di una dittatura che vuole conservare il proprio potere ad ogni costo; anche a costo della vita. Dittatura certamente, ma non così diversa, nel modo di pensare e di agire, rispetto agli Stati che si dichiarano democratici. Nella narrazione fantastica di Ken Follett, grande assente è la Russia, quasi a far intendere che, in Oriente, la Cina sia il vero padrone di ogni decisione. Il romanzo è indiscutibilmente affascinante e ricco di spunti, nonostante la spaventosa realtà che viene presentata. Abbiamo scelto, per Voi, uno dei messaggi racchiusi in questa trama e che possiamo riassumere nella parola: GIUSTIFICAZIONE. Potenti del mondo, sembra voler dire Follet, sono alla continua ricerca di una giustificazione per il loro agire. Cercano una giustificazione le Dittature come le Democrazie. Il traguardo della pace è utopico; i Potenti anelano – o sarebbe auspicabile anelassero – a un equilibrio. Ma l’equilibrio si scontra con interessi legati al mondo della finanza, delle armi, della droga, del traffico dei migranti, del terrorismo utilizzato come un burattino. Tuttavia, non può rispondere alla coscienza la salvaguardia di questi elementi. Allora è meglio nascondersi dietro l’orgoglio, l’ideologia, fingendo di deplorare il ricorso alle armi nucleari, ma, alla fine, considerando il loro utilizzo l’unico mezzo per non perdere la faccia davanti alle popolazioni che, però, in seguito allo scoppio radioattivo, di quei volti che hanno assunto decisioni non conserveranno memoria. Perciò, quando faranno ricorso alle famigerate valigette, tutti – proprio tutti, dai Dittatori ai Presidenti delle democrazie (o sedicenti tali) – troveranno una giustificazione alla loro azione. Vale a dire, spacceranno per diritta, buona, giusta la loro decisione con una scusa (cos’è in fondo una giustificazione, se non un voler raddrizzare qualcosa che appare storto?) che è quella di proteggere il mondo mentre lo distruggono; e non solo nel momento contingente, ma per decenni a venire, considerati gli effetti delle armi nucleari. Nei bunker, all’interno dei quali troveranno effimero riparo in caso di guerra atomica, i giustificazionisti, nel nome della democrazia, del potere, della ideologia (e chi più ne ha, più ne metta), si troveranno, a quel punto, a rivedere le scelte operate, ma in assenza di giustificazione. E dovranno fare i conti con la prosecuzione di una vita (la loro e quella di pochi prescelti) senza quel potere per il quale hanno sacrificato il mondo, nella erronea convinzione di mantenere, in tal modo, il potere stesso e scoprendo, invece, che il demone, al quale hanno offerto sacrifici umani, è scomparso nella propria non esercitabilità per assenza di soggetti passivi.Sarebbe utile offrire in dono ai Potenti della Terra una copia di questo libro. Prima che i Potenti decidano di offrire la Terra in dono ai propri demoni. Tra le lacrime di coccodrillo della Presidente Usa, tra l’arroganza della Presidente della Corea del Sud, tra la follia del Dittatore della Corea del Nord, tra la droga ideologica che intossica la Dirigenza cinese, potrebbero scoprirsi simili e scoprire, altresì, quella tensione alla vita che viene ri-scoperta dall’umanità, pur nella consapevolezza dell’imminente disastro. E prendere atto, se non convinzione, che l’unica giustificazione alle nostre azioni deve coincidere con la Vita e non con la morte. Altrimenti, non è giustificazione.