L’assedio di Sarteano e due dinastie: i Cennini e i Piccolomini.Sabato 13 gennaio seminario per riscoprire pillole di storia tra il Cinquecento e il Seicento a Sarteano, con Duccio Balestracci, Mario Marrocchi e Simone Marrucci

A Sarteano sabato 13 gennaio 2024, alle ore 16.00, presso il Teatro comunale degli Arrischianti sarà presentato il libro “Guerra, potere e bellezza nella Val di Chiana Senese (secoli XVI e XVII) e si terrà un seminario con Duccio Balestracci, storico e saggista, docente emerito dell’Università di Siena, autore del volume “Stato d’assedio” (Il Mulino), Mario Marrocchi, docente di storia medievale all’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara e Simone Marrucci, ideatore e curatore del progetto Reveles. Il seminario dal titolo “L’assedio di Sarteano e due dinastie: i Cennini e i Piccolomini” sarà aperto, con i saluti istituzionali, dalla Vicesindaca di Sartano Flavia Rossi. Sarteano ha un ruolo centrale nel Cinquecento e nel Seicento, e non solo su un piano locale: sull’onda dei Piccolomini e di altre famiglie, continua una rilevante produzione artistica (basti pensare all’Annunciazione del Beccafumi) e si fondano vere e proprie dinastie: i Piccolomini d’Aragona, ad esempio, dopo che il fratello di Pio III sposa la figlia del re di Napoli. Oppure quella dei Cennini, che nel Seicento esprime un potente cardinale (per due volte vicino al soglio pontificio) e i marchesi di Castiglioncello del Trinoro. Tuttavia è centrale (e lo sarà anche nell’incontro) la possente mole della rocca, o Castello di Sarteano, che sorge sulla sommità di una collina situata tra il territorio della Valdichiana Senese e la Val d’Orcia , attorno al quale si sviluppa ad arco il borgo del paese che conserva ancora un impianto medievale. Il Castello conserva ancora alcuni elementi costruttivi che ne sottolineano l’importanza dal punto di vista difensivo rendendolo pressoché inespugnabile. Sarteano, grazie a questa rocca e alla fortificazione del suo borgo ha resistito a un incredibile e terribile assedio durante la Guerra di Siena (che durò dal 1552 al 1559) risolto soltanto per l’abbandono dell’ultimo manipolo di eroici difensori rimasti, ormai, privi di mezzi per sostentarsi e per combattere (la rocca non è mai stata veramente espugnata e la resa di Siena avvenne nel 1555). Di quelle vicende ci sono cronache minuziose e incredibili. Dalla conoscenza (anche) dei tanti aspetti storico-culturali passa la presa di coscienza del valore del proprio territorio dei sarteanesi. Per questo è particolarmente importante l’incontro con due storici di rilievo come Mario Marrocchi e Duccio Balestracci. Quest’ultimo, nella sua veste di saggista ha scritto di recente il volume dal titolo “Stato d’assedio. Assedianti e assediati dal Medioevo all’età moderna” (Società editrice il Mulino, 2021 – 372 pagine), una descrizione puntuale sugli assedi, elemento centrale nelle guerre delle età passate dove borghi e città erano murati e contro l’arrivo di un nemico la miglior difesa era per l’appunto rinchiudersi; al nemico, se mancava l’effetto sorpresa, non rimaneva che porre l’assedio. Balestracci passa in rassegna le tattiche messe in opera da assedianti e assediati, i mezzi a disposizione, siano le macchine per dare l’assalto alle mura oppure le catapulte e più tardi l’artiglieria, i proiettili infuocati, lo scavo di gallerie. Il libro “Guerra, potere e bellezza nella Val di Chiana Senese (secoli XVI e XVII) fa parte del progetto «Reveles» (scoprire) che comprende una testata on-line www.reveles.blog) – un progetto editoriale che mette al centro la storia e le vicende di alcuni personaggi nati nei dieci comuni della Valdichiana Senese nei secoli tra Cinquecento e Seicento. La pubblicazione è stata acquisita dall’Unione dei Comuni Valdichiana Senese (1.800 copie) per essere distribuita gratuitamente ai dieci Comuni. L’iniziativa culturale intende rafforzare il coinvolgimento culturale tra i dieci comuni che fanno parte dell’Unione (Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena e Trequanda) che con il dossier Valdichiana 2026, seme d’Italia” è rientrata tra le dieci finaliste per la “Capitale italiana della cultura 2026”.