Montepulciano celebra domani 29 giugno la Liberazione e rievoca la vicenda di una vittima innocente senza corteo e assembramenti. Cerimonia al Giardino di Poggiofanti, poi il trasferimento al Cimitero di Valiano

La comunità di Montepulciano celebra il 29 giugno, Anniversario della Liberazione del Capoluogo, avvenuta il 29 giugno 1944.  Nel rispetto delle norme anti-covid, anche per questa manifestazione – organizzata dal Comune in collaborazione con l’ANPI –, non sarà possibile proporre il tradizionale corteo.  Analogamente, l’omaggio del Sindaco alla memoria di Giuseppe Marino, il partigiano impiccato dai tedeschi il 23 giugno ’44 ad un lampione di Borgo Buio, nel centro storico, si terrà al di fuori del programma ufficiale. La cerimonia avrà dunque inizio al Giardino di Poggiofanti, dinanzi al monumento dedicato ai partigiani, alle 16.30 di martedì. Dopo la deposizione di una corona d’alloro, interverranno il Sindaco Michele Angiolini ed il Presidente dell’ANPI Valdichiana, Lorenzo Micheli. Il Maestro Antonio Petrucci, tromba solista, eseguirà ibrani che contrappunteranno le varie fasi della manifestazione. Non saranno ammessi assembramenti, il pubblico eventualmente presente dovrà rispettare le norme sul distanziamento. Come avviene ormai da alcuni anni, la celebrazione si sposterà poi sul territorio per rievocare un fatto storico legato alle giornate della Liberazione. Questa volta l’Amministrazione Comunale, presso il cimitero di Valiano, renderà omaggio alla memoria del piccolo Pier Damiano Pepi, 11 anni, che il 1 luglio 1944, al Podere Terra Rossa, in uno dei tanti scontri che caratterizzarono dolorosamente il passaggio del fronte, perse la vita, colpito da una scheggia di una bomba.Il tragico episodio è stato così ricostruito, anche attraverso testimonianze dirette, dallo studioso e ricercatore Alessandro Angiolini, esponente dell’ANPI: “Durante il passaggio del fronte, nelle ore che segnavano la definitiva ritirata dei tedeschi e l’arrivo dei britannici, i mezzadri dei due poderi di Terra Rossa accolsero tra gli applausi i liberatori nelle aie delle case, offrendo loro ristoro: acqua, vino e qualcosa da mangiare. Un momento di festa interrotto bruscamente da un attacco improvviso da parte di una retroguardia tedesca, appostata dietro le siepi, a pochi metri dai poderi. Un’imboscata da cui si sviluppò un combattimento feroce tra i militari che si affrontarono con lanci di bombe a mano e di mortaio e addirittura anche con scontri corpo a corpo. I tre fratelli Pepi, Euro, Pier Damiano e Zanobi, insieme ad altri bambini, cercarono rifugio nella cantina ma una scheggia di bomba colpì la tempia di Pier Damiano. Finito lo scontro a fuoco, in cui rimasero feriti oltre a diversi militari (forse anche alcuni caduti), anche alcuni contadini, ci si rese conto dell’assenza di Pier Damiano: il bambino fu cercato e ritrovato, ma ormai morto; a nulla valse la corsa verso l’ospedale da campo alleato nelle retrovie”.