San Gimignano:  un nonno, guidato al telefono dalla centrale operativa del 118 , ha salvato il nipote di due anni con una rianimazione cardiopolmonare . Il bimbo  poi è stato portato al Meyer di Firenze. Le sue condizioni sono buone. Il racconto dell’infermiera che ha aiutato il nonno a salvare il nipotino

Ieri sera a San Gimignano, in loc. Monte Oliveto, un nonno ha salvato  il nipotino di due anni in arresto cardiaco su base asfittica. L’uomo, guidato telefonicamente dall’operatrice della  Centrale operativa del 118 con le istruzioni pre-arrivo,  ha effettuato la rianimazione cardiopolmonare, ottenendo il ritorno alla circolazione spontanea poco prima dell’arrivo dei mezzi di soccorso. Il bimbo poi è stato trasportato in codice 2 al Meyer di Firenze da Pegaso  dove si trova ricoverato al pronto soccorso in condizioni buone. Sono quasi le 7 della sera quando da casa una coppia di anziani chiama il 118 perché il nipote non risponde. Dall’altra parte del filo del telefono risponde Sara Ferragalli (foto), infermiera dell’Emergenza-urgenza. Subito l’operatrice si informa sulle condizioni del bimbo e giudica, in sintesi, che sia in arresto cardiaco da soffocamento. Inizia quindi a guidare il nonno nelle manovre di rianimazione cardiopolmonare.Ecco il suo racconto: «Ho trasmesso al mio interlocutore tutto ciò che avrei fatto io, con sicurezza. Senza un riferimento visivo, è difficile capire se la persona le effettua correttamente. Per questo, ho cercato di essere più specifica possibile e di trasmettere le cose giuste per ridurre il margine di errore. Ho suddiviso in microperazioni chiedendo via via se fossero state eseguite. Il nonno non è stato bravo, di più. È stato concentrato tutto il tempo, sempre connesso con me. Ho capito che il bimbo si era ripreso dal cambiamento nella voce del nonno, diventata a un certo punto più rilassata». Quello che per molti è un evento straordinario, per gli operatori del 118 è attività giornaliera: «Non è la prima volta per me, è il nostro lavoro, – continua Feragalli, – siamo abituati a vivere queste situazioni, sono ordinarie. Lo straordinario è trovare un interlocutore così collaborante.

Oltre alla guida nelle operazioni di rianimazione cardiopolmonare fatte da me, l’infermiera master Michela Gronchi ha attivato subito l’elisoccorso, dopodiché, sempre in cuffia con il nonno, l’operatrice tecnica Azzurra Cherubini (foto)si è tenuta in contatto con il personale sull’ambulanza per dargli informazioni in tempo reale sull’evoluzione degli eventi. È una catena che ha funzionato in ogni sua parte. Siamo abituati, noi lavoriamo cosi: organizzati, tutti uniti e veloci. Sempre».