Sansepolcro: dal 16 febbraio una mostra dedicata alla pittura di Amintore Fanfani, ex segretario della Dc, ex presidente del Consiglio , ex ministro ed ex presidente delle Nazioni Unite, a venticinque anni dalla scomparsa. Nella cittadina gli sarà anche dedicata una strada

Presentata la mostra dedicata a ”Amintore Fanfani, pittore. Uno stile ancora attuale” ospitata nel Museo civico di Sansepolcro, dal 16 febbraio al 17 marzo . Un percorso espositivo che narra proprio la vicenda culturale-pittorica dello statista che, dagli esordi pittorici negli anni Venti, accompagna il visitatore fino agli anni Novanta, spaziando dai paesaggi, alle nature morte alle vignette caricaturali sui personaggi dell’Assemblea costituente nei primi anni della Repubblica. Amintore Fanfani è stata una tra le figure più significative del Novecento italiano, che ha attraversato quasi per intero. Personalità complessa, poliedrica e affascinante.C’è il Fanfani studioso di storia economica, che nel 1933, a soli 25 anni, si interroga sul contributo della religione allo sviluppo del capitalismo, dialogando, già con autorevolezza, con pensatori del calibro di Max Weber e di Jacques Maritain.C’è il Fanfani costituente, che ragiona sul ruolo dell’economia nella società, sul rapporto tra iniziativa pubblica e iniziativa privata, che difende la centralità del lavoro, secondo un’idea condensata in maniera limpida nella formulazione dell’art. 1 della nostra Costituzione, «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro», che dobbiamo proprio a lui.C’è poi il Fanfani ministro e capo del Governo, politico a tutto tondo, impegnato non solo nelle vicende italiane – fu il padre di riforme che hanno cambiato il volto del Paese, modernizzandolo, come il Piano INA-Casa, primo intervento pubblico nel campo dell’edilizia residenziale, la riforma agraria, la scuola media unificata e obbligatoria, la nazionalizzazione dell’energia elettrica… –  ma anche proiettato in primo piano sulla scena internazionale, in un percorso che lo vide Presidente alla 20^ sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, unico italiano ad aver ricoperto quel ruolo;. europeista ed atlantista convinto, seppe guardare al Mediterraneo, al mondo arabo e ai paesi in via di sviluppo con un’attenzione capace di precorrere i tempi.  E, infine, c’è il Fanfani più intimo, nascosto agli occhi pubblici, immerso in una solitudine artistica a cui si dedicò, con passione, fin da giovane. Appassionato d’arte fin dalla giovane età, Fanfani cominciò a dipingere con continuità dal 1943,  rifugiato in Svizzera dopo l’8 settembre e, con la sagacia che lo ha sempre contraddistinto, si considerava ‘bravo quanto Churchill pittore’, altro grande appassionato di arte pittorica. “(…) La prima scuola di disegno da lui frequentata nel 1917 fu quella della Società Operaia di Pieve Santo Stefano, dove è nato nel 1908. – ricorda Liletta Fornasari, nel catalogo della mostra  di cui è curatriceNel 1919-1922 studiò alla Scuola tecnica di Urbino, ricevendo lezioni di disegno da Giuseppe Busignani e poi all’Istituto Tecnico di Treviso quelle di disegno e prospettiva dal professore e pittore Ezio Frescura. Ad Arezzo, studente al liceo scientifico, seguì le lezioni di storia dell’arte con Guglielmo Micheli, pittore agreste, allievo di Giovanni Fattori e precettore d Amedeo Modigliani. Infine, a Milano, dove si iscrisse alla Facoltà di Economia, frequentò il pittore Vittore Zanetti Zilla, zio della madre, traendone preziosa esperienza”.  La pittura non è mai stata per Fanfani un semplice passatempo o una stravagante velleità: fu, al contrario, un interesse autentico a cui si dedicò con impegno, rigore e costanza, le stesse  caratteristiche riservate ai suoi impegni istituzionali. Dal figurativo iniziale all’astrazione degli ultimi anni, attraversando la fase dello spazialismo per arrivare a prove definibili evocative e molte prossime al simbolismo, Fanfani – dopo la prima mostra personale a Sansepolcro, nel 1970, nelle sale dell’Accademia dei Risorti – proseguì la sua attività artistica con altre esposizioni personali in Italia e all’estero, unendosi anche a numerose mostre collettive.Varie sono le iniziative che, nei prossimi mesi, saranno  proposte per ricordare la figura, l’azione e la visione di Amintore Fanfani, cavallo di razza della politica italiana secondo la felice ed iconica espressione di Carlo Donat Cattin, ma il primo evento glielo dedica la sua Valtiberina, scegliendo un capitolo meno conosciuto, di certo meno ricordato della sua vita: quello artistico.E lo fa con una mostra, che ne evidenzia il fascino, “permettendo di ripercorrere un lungo tratto del suo cammino artistico e personale, svelando una spiritualità profonda e sorprendente sensibilità”, come ricorda il senatore Pier Ferdinando Casini nella presentazione del catalogo della mostra.  Dopo la mostra di pittura, il prossimo 23 marzo sarà la sua città natale, Pieve Santo Stefano, a rendergli omaggio con un incontro dal  titolo I diari di Fanfani nel paese dei Diari. Ancora, il 28 aprile, ad Anghiari, al teatro dei Ricomposti, una lettura drammaturgica per raccontare il suo rapporto epistolare con Giorgio La Pira, Caro Amintore, Caro Giorgio. In estate, a La Verna verrà ricordata la legge sulla montagna, voluta strenuamente da Fanfani, all’epoca della sua guida al Ministero dell’Agricoltura e, a Camaldoli, ove nel 1943 fu stilato il Codice di Camaldoli con lo scopo di fornire alle forze sociali cattoliche una base unitaria che ne guidasse l’azione nell’Italia liberata, verrà fatto un convegno sul tema. In autunno, a  Terranuova Bracciolini, un ulteriore incontro sul piano casa, grande riforma fanfaniana ed, infine, ad Arezzo, vi sarà un evento che metterà in evidenza i vari campi di attività di Amintore Fanfani: lo studioso, il costituente, l’uomo di governo. L’assessore Mario Menichella del comune di Sansepolcro, cittadina che dà l’avvio a questo intenso programma in onore di Amintore Fanfani ha annunciato che “molto presto a Sansepolcro vi sarà una strada dedicata allo statista e affissa una targa alla casa ove abitò”.