Siena: Coronavirus; Confesercenti in piazza a Roma a sostegno delle attività.Lettere a parlamentari e Presidente Repubblica,  e una raccolta firme

Dobbiamo portare le imprese fuori dalla pandemia”. Con questo obiettivo condiviso oggi Confesercenti promuove una mobilitazione su scala sia locale che nazionale. Al centro dell’iniziativa una raccolta di firme a sostegno delle rivendicazioni delle imprese, che anche a Siena sarà possibile sottoscrivere sia nelle sedi dell’associazione che tramite il sito internet www.confesercenti.siena.it. Parallelamente, una lettera sarà indirizzata a tutti i parlamentari del territorio, con l’invito ad agire accogliendo le richieste delle imprese, mentre la presidente nazionale Patrizia De Luise farà lo stesso con una lettera aperta al Presidente della Repubblica, guidando una delegazione di imprese che oggi saranno in piazza Montecitorio.Le proposte di Confesercenti sono 17, non esaustive. Le prime da mettere in atto sono esposte in un documento comune e articolate in quattro ambiti tematici: sostegni alle imprese, fiscalità, credito e riaperture. In merito agli aiuti, si richiede la previsione di un contributo una tantum automatico, calcolato in percentuale sulla base di quanto previsto dal Dl Sostegni. In ambito fiscale si chiede di reintrodurre il tax credit locazioni, ed una fiscalità di vantaggio per imprese e lavoratori autonomi di minore dimensione. Tra le proposte sul credito c’è quella di allungare le durate dei finanziamenti coperti dal fondo di Garanzia  PMi; sulle riaperture,  il ritorno ad una più ampia operatività per  pubblici esercizi, commercio ambulante, servizi alla persona.  “Le imprese sono il motore della nazione. Se non ripartono, l’Italia non può ripartire – afferma Leonardo Nannizzi, Presidente di Confesercenti Siena – c’è bisogno di dar segno subito di un cambio di passo, con strumenti concreti. Il blocco degli sfratti e la rimodulazione degli affitti commerciali, la vaccinazione prioritaria per imprenditori e  addetti del terziario, il salvo degli indennizzi arretrati e un nuovo Decreto sostegni che vada in soccorso di chi è costretto alla chiusura e non sa come poter andare avanti. C’è bisogno che chi gestisce l’emergenza si renda conto che fino ad  oggi solo chi ha un lavoro autonomo ha pagato  sulla propria pelle in disastro economico della pandemia“.