Toscana :Codice rosa, Regione e procure hanno firmato una nuova intesa
Il primo obiettivo è garantire su tutto il territorio regionale, in modo uniforme, il supporto migliore alle vittime di violenza che accedono al pronto soccorso, senza creare ostacoli alle attività forensi. Regione e procure hanno firmato un nuovo protocollo sul codice rosa, speciale percorso di accesso al pronto soccorso dedicato alle vittime di violenza ed abusi (dichiarati od anche solo sospettati): donne e bambini soprattutto, ma anche anziani o persone, per la loro vulnerabilità o per discriminazione o pregiudizio, vittime ed oggetto di crimini d’odio.“Il Codice Rosa – sottolinea il presidente della Regione, Eugenio Giani – è una progettualità tutta toscana, che ha fatto scuola a livello nazionale e presentata anche a marzo in una conferenza internazionale a Malta. Ma costituisce qualcosa di unico anche il protocollo che rinnoviamo: due mondi, quello sanitario e quello giuridico-forense, che parlano lo stesso linguaggio. E’ un esempio, ancora una volta, della capacità di lavorare in squadra e condividere le migliori esperienze”. “Senza questa collaborazione che prevede tecnico-sanitario e giuridico insieme- dice Luciana Piras, procuratrice generale facente funzioni presso la Corte di appello di Firenze- noi non saremmo in grado di raggiungere quei risultati che garantiscono non solo l’accoglienza, la tutela e il trattamento sanitario e psicologico delle vittime di violenza, ma anche, nella nostra ottica di indagine, la conservazione di quel materiale probatorio che ci servirà per fare i processi e accertare le responsabilità”. “Operatori ed operatrici,che ringrazio per l’impegno profuso, sono la forza di questa rete – aggiunge l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – La sinergia è l’altro tema centrale, per dare risposte efficaci ed efficienti alle vittime di violenza di genere e crimini d’odio”. “Il nuovo accordo è il frutto di un lavoro lungo tre anni, che non si è fermato neppure durante l’emergenza pandemica. E nell’ottimo lavoro di squadra tra enti ed istituzioni importantissimo è anche ill ruolo dei centri antiviolenza distribuiti sul territorio” ricorda Vittoria Doretti, coordinatrice della Rete regionale Codice Rosa e direttrice del dipartimento “Promozione della salute ed etica della salute” dell’Asl Toscana Sud Est, nel 2021 nominata anche consulente presso la Commissione di inchiesta sui femminici del Senato della Repubblica. Il progetto dei codici rosa nasce nel 2010 nell’Asl di Grosseto come esperienza pilota. Nel 2011 diventa progetto regionale, con la firma di un protocollo con la Procura generale di Firenze, e all’inizio del 2014 si completa la diffusione in tutte le aziende della regione. A dicembre 2016 nasce la rete. Un progetto all’inizio solo sanitario e diventato nel tempo socio-sanitario.
Numeri dopo il lockdown tornati a crescere
Del resto i numeri raccontano un fenomeno che non è purtroppo in calo. Dal 2012 al 2021 sono stati oltre 25 mila gli accessi nei pronto soccorso toscani in “codice rosa”. Pandemia e lockdown aveva ridotto il numero di casi e denunce, che nel 2021 sono tornati però ai livelli del 2019: 1918 episodi nel corso di tutto l’anno, con un aumento del 14,6 per cento rispetto al 2020 (e percentuali di crescita quasi identici tra adulti e bambine e bambini). In particolare sono 1646 i casi che interessano gli adulti e 272 i minori coinvolti. Tra i grandi, dove le fasce più rappresentate sono quelle tra 40 e 49 anni e tra diciotto e ventinove, svettano gli episodi di violenza su donne: 1328. Più bilanciato il dato sui piccoli: 156 femmine e 116 maschi hanno subito violenza, con protagonisti nei due terzi dei casi ragazze e ragazzi tra i dodici e i diciassette anni. Le vittime straniere sono 484 tra gli adulti e 78 tra i minori, in media tre su dieci. Complessivamente tra i 1918 episodi registrati nel 2021 si contano 1743 casi di maltrattamento, 169 abusi (73 su minori, una violenza su quattro negli episodi che li riguardano, cresciuti del 5 per cento rispetto al 2020) e 6 casi di stalking.