Toscana: commissione d’inchiesta su campagna vaccinale. Sentite le Asl . Il presidente Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia): “Errori nella scelta di fare test sui sintomatici e nel concedere una corsia preferenziale per alcune categorie. Dubbi sulla vaccinazione di cittadini cinesi privi dei requisiti per soggiornare in Toscana”

Il sistema sanitario toscano è pronto per una eventuale quarta ondata pandemica. Le conoscenze acquisite in questi lunghissimi mesi sono garanzia di tenuta e risposta ai cittadini. È quanto emerso nella commissione d’inchiesta sulla campagna vaccinale guidata da Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia), dopo le audizioni delle tre Asl. “Abbiamo iniziato ad affrontare il tema della campagna vaccinale e i tre rappresentanti delle Asl hanno esposto le linee guida della politica di contenimento della pandemia a partire dal marzo 2020- ha detto a margine della seduta il presidente Fantozzi -. Fermo restando l’imprevedibilità e la virulenza della pandemia, sono stati ammessi alcuni errori nelle fasi iniziali della campagna soprattutto nella scelta di fare test sui sintomatici o sulla decisione di concedere una corsia preferenziale per alcune categorie. Qualche dubbio rimane rispetto alla vaccinazione dei cittadini, soprattutto di nazionalità cinese, privi dei requisiti per soggiornare sul nostro territorio, un aspetto forse trascurato dal nostro sistema sanitario regionale. ’obiettivo della Commissione – ha precisato – non è quello di andare a caccia di responsabilità ma di capire cosa non ha funzionato e migliorarlo, imparare dagli errori, fronteggiando così con maggiori certezze una eventuale quarta ondata”. Dai resoconti di Renzo Berti direttore dipartimento prevenzione di Toscana Centro, Luca Lavazza direttore sanitario di Toscana Nord Ovest e Antonio D’Urso direttore generale di Toscana Sud Ovest, l’esperienza maturata ha significato e significa ancora molto in termini di conoscenza e capacità di diffusione del virus.  “Abbiamo deciso – ha spiegato tra l’altro D’Urso – di non disperdere la gestione dei casi Covid in tutti gli ospedali del territorio ma di concentrali in quelli di Arezzo e Grosseto. In questo modo abbiamo controllato la diffusione e garantito le altre attività chirurgiche in sicurezza”.