Toscana: modifiche Statuto regione; consiglio regionale approva a maggioranza .L’unico a votare contro è stato il gruppo di Italia Viva. Ci saranno un sottosegretario in più e sette membri , anziché cinque, dell’ ufficio di presidenza del Consiglio

Il consiglio regionale della Toscana ha approvato con 30 voti a favore (Pd,Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, il voto contrario di Italia Viva e la non partecipazione al voto del M5S)la proposta di legge di modifica dello Statuto della Regione Toscana e l’emendamento del presidente della Giunta Eugenio Giani , non presente in aula perché a Bruxelles .Approvato anche un ordine del giorno proposto da Pd, Fratelli d’Italia e Lega per “normare i trattamenti economici” affinchè “non derivino oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale”.
Ai sensi del regolamento interno dell’Assemblea legislativa, la proposta di legge di revisione statutaria è stata adottata in prima deliberazione.L’atto tornerà al voto dell’Aula in seconda deliberazione trascorsi due mesi dall’approvazione in prima lettura, così come previsto dall’articolo 123 della Costituzione.  Lo Statuto della Regione Toscana viene ridisegnato e prevede l’allargamento a sette membri dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale (fino ad oggi cinque) e l’istituzione di un sottosegretario alla presidenza della Giunta, scelto tra il novero dei consiglieri regionali.Il primo a prendere la parola è stato Diego Petrucci(Fratelli d’Italia): “Probabilmente questa è la pagina più imbarazzante dall’inizio di legislatura. Quella che potremmo chiamare la prima vera, e ad oggi unica riforma Giani, avviene in sua contumacia. Penso che questo Consiglio stia mancando di rispetto verso il presidente lavorando e discutendo in sua assenza” ha dichiarato. A detta del consigliere “nessuno ha il coraggio di mettere il cappello sopra questa riforma esponendo tutto il Consiglio e tutti i gruppi a vicende che si sarebbe potuto affrontare con spirito bipartisan, equilibrio ed evitando fughe più o meno demagogiche”. Critico il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli(Italia Viva): “Il percorso di oggi è anomalo come anomalo è il fatto che l’iscrizione ai lavori d’Aula della proposta di legge sia stata chiesta da un consigliere di minoranza”. Scaramelli ha ribadito “contrarietà” al testo non tanto nel merito quanto nel riferimento alle regole di ingaggio e degli impegni assunti con i cittadini della Toscana che “erano chiari”. “La nostra Regione ha un’organizzazione presidenziale, c’è una separazione netta di poteri tra funzioni di Governo e funzioni di indirizzo. Oggi si propongono uno o due sottosegretari senza distinzione netta di ruolo” ha chiarito aggiungendo anche l’assenza del principio della parità di genere. “Avessimo avuto la possibilità di affrontare le questioni di merito in Commissione, come abbiamo chiesto più volte, avremmo approfondito e allargato il confronto anche su altri punti ma non si è voluto fare”. Il vicepresidente ha chiarito che la contrarietà non è riferita al fatto che il presidente Giani sia coadiuvato nelle funzioni e ha anche avvisato del pericolo di “rincorrere le sirene dell’antipolitica: il nostro è un ruolo nobile. Non si scelgono le persone perché non costano ma per la loro qualità. Si abbia il coraggio di assumersi questa responsabilità ed è proprio per questo che chiediamo la distinzione dei ruoli”. Poi la capogruppo del Movimento 5 stelle Irene Galletti ha fatto presente che . “a memoria non ricordo che una proposta di modifica statutaria sia mai arrivata in Aula senza il passaggio in Commissione. Il primo vulnus era lì quindi” ha spiegato manifestando “stima” al presidente Bugliani. “La genesi di questa legge viene da lontano e al presidente Giani avrei voluto chiedere necessità e funzione della figura del sottosegretario, avrei dovuto dibattere con lui non con i comunicati stampa” ha continuato osservando che i costi della politica sono un “ulteriore carico che indigna i cittadini. A loro dobbiamo avere il coraggio di dire che si sono impegnati mesi per istituire due figure ma non a risolvere problemi”.
“Condivido le censure dei colleghi sul provvedimento. Il messaggio che oggi esce è che noi decidiamo di aumentare in qualche modo le poltrone. Le difficoltà della maggioranza e della Giunta sono evidenti” ha dichiarato Elisa Tozzi(Lega). A suo dire la “mancanza di un passaggio in Commissione è un vulnus purtroppo evidente, l’ennesimo atto di arroganza di una Giunta che pensa di propinare al Consiglio e alle Commissioni qualsiasi cosa”. “Stiamo discutendo una proposta di legge inviata dalla Giunta, corredata da un emendamento, non discussa in Commissione e che è approdata in Aula sulla base di una richiesta, ai sensi dello Statuto, di un capogruppo di minoranza. Mi chiedo come è possibile che ci si scandalizzi” ha dichiarato il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli.  A suo dire è “difficile parlare della proposta senza toccare gli emendamenti perché non può essere scissa dall’approdo al quale vogliamo arrivare e che avevo capito fosse largamente condiviso”. “Ho sentito – ha continuato – dichiarazioni veramente singolari che mi fanno pensare come in politica possa davvero apparire di tutto. I costi della politica sembra che se non scomparsi sono attenuati. Discutere di questa proposta senza il presidente è una mancanza di rispetto, ma il poco rispetto è da parte di chi la vuole ostacolare anche nel momento in cui abbiamo trovato le formule per evitare aumento dei costi almeno dal punto di vista delle indennità” ha chiarito Ceccarelli . “Credo sia da rigettare – ha osservato – la proposta della forzatura istituzionale. Non sono avvezzo a subire interdizioni per cui non si può andare avanti per giochetti strani. Io so che nell’ambito della Conferenza programmazione lavori se non sono previsti aumenti di costi si sarebbe trovato un accordo vasto e nel rispetto di questo siamo disponibili a continuare su questa direzione. Abbandoniamo però ogni tatticismo politico” ha avvisato.“Quando si fanno gli accordi non si può giocare approfittando dei ruoli. Non ritengo corretto, da un punto di vista istituzionale, che la proposta non venga discussa in Commissione perché il presidente non è d’accordo e invito Mazzeo a vigilare sui lavori delle Commissioni” ha detto Alessandro Capecchi(Fratelli d’Italia).