Toscana: nasce il Comitato Resistenza Pastorale in difesa dei pastori e degli allevatori per rappresentare le loro preoccupazioni rispetto alle predazioni dei lupi che stanno mettendo in crisi molte aziende agricole
Verso la nascita del Comitato Resistenza Pastorale, un’organizzazione dedicata alla difesa e alla promozione degli interessi dei pastori e degli allevatori. Il comitato, presieduto da Veronica Ambrosino e composto da membri provenienti da diverse aree dell’allevamento e della pastorizia, si impegna a rappresentare le voci e le preoccupazioni dei pastori . “ Gli allevatori – sottolinea una nota del Comitato – sono stanchi di essere lasciati soli a combattere la battaglia contro i lupi e i lupisti. Purtroppo i dati di Ispra sono allarmanti: molte piccole aziende agricole sono destinate alla chiusura a causa delle predazioni, e molte di queste hanno già chiuso. In Italia, i lupi appartengono allo Stato, e la Regione Toscana si vanta degli indennizzi economici che elargisce per coprire i danni causati dalle predazioni. Ma non tutti sanno che la Regione risarcisce solo il valore della singola pecora uccisa, variabile da 150 a 350 euro’senza considerare i danni collaterali al gregge come aborti e perdita di produzione di latte. Gli indennizzi, poi, escludono gli agnelli sotto i 6 mesi di vita, i feti e gli animali dispersi. La Regione Toscana, tramite la ASL, con una trovata di cui la vicepresidente Stefania Saccardi si vanta, offre lo smaltimento gratuito delle carcasse degli animali predati, con una modalità paradossale, ovvero portandole sul Monte Amiata per nutrire lupi e ibridi non reimmettibili in natura. Ennesima beffa per gli allevatori che devono costantemente difendere il loro bestiame da un animale non gestito adeguatamente”. Il comunicato ricorda poi che l’ISPRA stima nell’ultimo periodo un totale di 17.889 predazioni per un totale di 43.714 animali predati.: “a questi dati dovremmo aggiungere una maggiorazione fisiologica per tutti quegli allevatori che non denunciano la predazione, e di chi subisce predazione ai danni di animali considerati da affezione e non da reddito, questi ultimi, infatti, non hanno diritto ai risarcimenti. Detto questo è opportuno sottolineare come ogni anno la Regione Toscana stanzia circa 500.000 euro di denaro pubblico per risarcire i danni da predazione. Per gli animalisti, è sufficiente pagare lo smaltimento e risarcire l’allevatore per avere la coscienza pulita? “. Il Comitato, sempre nella nota, fa presente che “attualmente il lupo è considerato una specie super protetta, sebbene ci siano proposte nel Parlamento Europeo per declassarne lo status. L’IUCN ha rimosso il lupo dalla lista rossa delle specie in via di estinzione, equiparandolo a cinghiali, ratti e nutrie. Inoltre, esistono deroghe per gestire adeguatamente i lupi. Nel settembre 2023, la presidente Ursula Von Der Leyen ha dichiarato che la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee rappresenta un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente per gli esseri umani, esortando le autorità dei Paesi membri UE a intervenire attuando le deroghe previste.”.Il comitato lamenta poi che “iIn una recente interrogazione del 15 febbraio 2024 fatta dal Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia alla Regione Toscana, la Vicepresidente Saccardi risponda, tra le altre cose, che “il quadro normativo esistente non consente ad oggi di intraprendere nel breve termine azioni di consenso di tutte le Regioni sulla proposta in esame”. Ma queste affermazioni non tornano, infatti Ispra ha ripetutamente dichiarato e lo ha ribadito in un convegno sul lupo pochi giorni fa che sono state le regioni per una loro scelta politica a non voler attivare le deroghe”. Infine la nota riporta quanto detto da Pietro Genovesi, biologo e dirigente ISPRA durante la seconda giornata del Convegno Life WolfAlps EU : “L’abbattimento dei lupi non sia più un tabù: va attuato insieme alle altre strategie di adattamento. Finora non abbiamo usato appieno la flessibilità prevista dalla normativa”.