Toscana : sanità; conferenza stampa Fratelli d’Italia ,”da più di tre mesi abbiamo presentato proposte per l’emergenza-urgenza; la regione si sveglia solo ora. Basta uomini soli al comando”

“Basta con l’uomo solo al comando, la sanità toscana ha bisogno di un cambio di passo. E’ un esercizio sterile continuare a chiedere più soldi al Governo, servono nuovi modelli organizzativi per Pronto soccorso e ospedali, ma la Regione si è svegliata troppo tardi soltanto dopo la minaccia di dimissioni in massa dei medici dell’emergenza/urgenza” , è quanto ha dichiarato il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Petrucci, componente della Commissione Sanità, che ha tenuto una conferenza stampa in Consiglio regionale insieme a Daniele Pezzati e Antonella Scocca, componenti dell’Organismo toscano di Governo clinico, per illustrare le proposte del partito di Giorgia Meloni in materia. “Siamo dalla parte dei medici, degli infermieri e degli operatori socio-sanitari dei Pronto soccorso sottoposti a stress massacrante e, addirittura, a minacce verbali e fisiche. Tre mesi fa abbiamo presentato un pacchetto di riforme, ma a quanto pare per il partito di Governo non erano così importanti. Servono nuovi modelli di gestione! Non si può trattare allo stesso modo il codice bianco ed il codice rosso: vanno aumentati gli ambulatori e predisposte le case di comunità per l’assistenza non urgente. Devono essere riorganizzati i nostri ospedali liberando risorse economiche e umane da pastoie create negli anni a causa di esercizi clientelari – ha sottolineato Petrucci -. Per esempio, è inspiegabile perché l’Aoup di Pisa abbia 1100 posti letto a fronte di 122 ruoli dirigenziali, significa che è presente un primario ogni 8-9 posti letto. Serve un cambio di passo nella politica regionale”.“La lettera di protesta firmata dai medici di Pronto soccorso della Toscana contiene proposte figlie del buon senso. Il fatto che arrivino da persone che lavorano all’interno del sistema dovrebbe indurre la Regione a prenderle in considerazione. I medici hanno bisogno di una maggiore tutela, di poter avere uno spazio anche per la propria vita personale, non è, dunque, soltanto una questione di maggiore retribuzione. Chiedono una diversa organizzazione del lavoro che risponda a principi reali e scientifici” ha poi spiegato Daniele Pezzati.“Svolgiamo una professione usurante che non viene riconosciuta, subiamo aggressioni da pazienti e parenti e non siamo difesi, subiamo la disorganizzazione di un sistema sanitario ormai obsoleto che ha fallito e non riesce a proporre una soluzione che riesca a valorizzare al meglio i professionisti. L’allocazione delle risorse, l’efficacia e l’efficienza sono voci che i vertici regionali hanno dimenticato” ha infine sottolineato Antonella Scocca.