Abbadia San Salvatore : geotermia; il Partito Comunista dice” no a grandi impianti geotermoelettrici speculativi”

Dal responsabile dell’ufficio stampa del Partito Comunista della Toscana Nicola Bettollini (foto) riceviamo e pubblichiamo.

“Il Partito Comunista è favorevole al totale controllo dello stato (quello Socialista) e dei lavoratori in relazione alla risorsa geotermica che deve essere indirizzata verso i bisogni della popolazione. Anziché impianti da 10 MW usati solo da potenti multinazionali per fare semplice business e creare tumori, possiamo espandere l’utilizzo della geotermia a bassa entalpia, cioè all’incremento e massima diffusione di piccoli impianti (pompe di calore) che impiegano il calore proveniente da limitate profondità (poche centinaia di metri): ciò al fine di diminuire il forte  fabbisogno energetico di tutto il vetusto patrimonio edilizio (pubblico e privato) del nostro Paese e di andare incontro ad un futuro maggiormente sostenibile, collegando il tutto ad una completa internalizzazione dei servizi (acqua, luce e gas) garantendo posti di lavoro e salute,   sotto il controllo dei lavoratori.  La lotta ambientale senza la lotta al capitale è solo giardinaggio. Il Partito Comunista è fortemente contrario al progetto – presentato da Sorgenia Le Cascinelle – di “Realizzazione di un impianto geotermico di tipo binario, con potenza pari a 9,999 MW, nel Comune di  Abbadia San Salvatore”, per due fondamentali motivazioni. La prima è decisiva: i danni alla salute  della popolazione dell’Amiata provocati dalle emissioni di inquinanti in uscita dagli impianti  geotermici, così come ampiamente dimostrato da ARPAT, ISPRA, REGIONE TOSCANA e sia dall’autorevole Studio Epidemiologico a cura della Fondazione Monasterio (2010) sia dall’altrettanto accreditato approfondimento effettuato dall’ISDE (Medici per l’Ambiente) nel 2018  https://sosgeotermia.noblogs.org/files/2018/08/geo.1996-Relazione-ISDE.-su-Amiata-data-11.07.18-pdf.pdf), le cui conclusioni sono allarmanti “…Le rilevanti correlazioni significative che emergono dallo studio del CNR del 2010 -tra le maggiori concentrazioni degli inquinanti tipicamente emessi dalle centrali geotermiche e gli aumenti di ricoveri ospedalieri e di decessi negli abitanti dei Comuni più esposti – comportano, un evidente nesso di “Plausibilità eziologica” e quindi non occorrerebbe altro   per adottare decisioni di sanità pubblica …”. La seconda motivazione riguarda l’impianto geotermico di cui trattasi,   che usa tecnologia di tipo“binario” (a ciclo chiuso):  le centrali a ciclo “binario” non risultano essere state mai  effettivamente realizzate in Italia e sulle quali – innegabilmente – ci sono una serie di dubbi di naturatecnica irrisolti, che farebbero propendere per l’applicazione del “Principio di  precauzione”, universalmente riconosciuto a tutela soprattutto, ma non solo, della salute della popolazione, che dovrebbe essere sempre declinato e non rammentato e basta. Studi qualificati – nel  2015, 2017, 2018 e 2020 – hanno dimostrato che la “reiniezione“ dei fluidi estratti nel sottosuolo – modalità operativa di impianti come inequivocabilmente quello di cui si parla – può provocare i cd  “ sismi indotti” e cioè indurre terremoti, che spingono del fluido geotermico  nell’acquifero superficiale inquinandolo, e che possono aspirare acque potabili nel serbatoio  profondo. L’attività  della falda geotermica profonda ha ripercussioni sul bacino acquifero del Monte Amiata, con conseguente aumento della concentrazione di inquinanti della rete idrica «Acquedotto del Fiora», che rifornisce circa 700 000 utenti.Lo studio richiesto dalla Regione Toscana attesta  l’incremento progressivo dell’arsenico in almeno una delle sorgenti del Fiora, e dunque nell’acquedotto ma ad oggi nessun provvedimento è stato preso. Vogliamo davvero “uccidere” un intero territorio per fare business?”