Bettolle: protesta agricoltori; oltre 400 i trattori che ‘presidiano’  l’area intorno al casello dell’A1 e che domami saranno raggiunti dai camionisti.La categoria pronta a manifestare anche ad oltranza se non verranno accolte le richieste  soprattutto contro la Politica Agricola Comunitaria che ha creato ‘un insieme di regole che, di fatto, – dicono gli organizzatori della protesta -portano all’impoverimento del comparto’

Di Giampiero Teodoli

Cresce l’adesione  alla protesta degli agricoltori  e si prolunga oltre la scadenza prevista per oggi sabato 3 febbraio; ormai sono 400 i trattori che presidiano Bettolle manifestando i disagi e le preoccupazioni della categoria :«siamo disposti a proseguire ad oltranza – dicono – finché non si aprirà un dialogo costruttivo e diretto». Da domani 4 febbraio sono attesi anche i camionisti che intendono unirsi alla protesta pacifica che dura, ormai, da 4 giorni, e che provocherà ancora la paralisi del traffico in prossimità del casello A1 della Valdichiana. L’iniziativa degli agricoltori italiani  si è estesa in tutto il territorio nazionale e si unisce al movimento di protesta europeo che ha già coinvolto Francia, Germania, Grecia, Spagna e Belgio  e che a Bruxelles ha portato i trattori sino alla sede del Consiglio Europeo riunito in seduta straordinaria. «A differenza di quanto accade in altri Stati dell’Unione europea, la nostra iniziativa è pacifica e non ha prodotto danni a persone o cose- ha rimarcato con soddisfazione Andrea Papa – .ci confortano i gesti di simpatia e solidarietà che riceviamo dai cittadini che sopportano con pazienza i disagi che stiamo creando alla circolazione.».La Politica Agricola Comunitaria ha creato un insieme di regole che, di fatto, – dicono gli organizzatori della protesta -portano all’impoverimento del comparto e alla crisi profonda delle aziende agricole. «Carestie, siccità, annate non produttive ci sono sempre state, eppure i nostri nonni prima e i genitori poi, sono riusciti ad acquistare e far prosperare le loro aziende agricole e consegnarcele sane; oggi nonostante gli aiuti comunitari, forse a causa di questi [per come sono stati progettati] siamo a rischio di chiusura»  ha affermato Iacopo Rappuoli.La protesta si concentra soprattutto  su due punti: la PAC che ha regole che rappresentano un ostacolo alla produzione invece che sostenerla e i contributi comunitari che hanno ‘drogato’ il mercato rendendo l’azienda agricola meno profittevole per cui rischia di rimanere schiacciata dagli elevati costi di gestione. «Non vogliamo i contributi comunitari, chiediamo solo di poter gestire le nostre aziende come sappiamo fare e vendere il prodotto alle regole di mercato, come una volta.» è l’affermazione che si sente ripetere più spesso dai manifestanti. «Non stiamo protestando contro il Governo italiano, vogliamo solo che il Ministro Lollobrigida parli con noi direttamente e si faccia portavoce dei nostri problemi a Bruxelles, insieme ai Ministri delle altre Nazioni che protestano con noi per modificare le regole sbagliate»- ha sottolineato Salvatore Fais, organizzatore della manifestazione -.  Siamo in costante contatto con gli altri presidi nazionali;siamo disposti a proseguire ad oltranza e ci stiamo organizzando per portare i nostri trattori a Roma