Castiglione del Lago : “Nel segno di Tina Lagostena Bassi” , Laura Boldrini e Anna Finocchiaro al convegno dedicato alla “avvocata delle donne”.Una via di Castiglione del Lago ha preso il nome della donna che ha contribuito alla legge del 1996 sulla violenza sessuale

Nel segno di Tina Lagostena Bassi: mai più violenza sulla violenza” è stato il titolo di una giornata dedicata alla grande “avvocata delle donne”, parlamentare, volto noto al grande pubblico televisivo attraverso la trasmissione “Forum” e fondatrice del Telefono Rosa. Un’iniziativa particolarmente significativa per l’Amministrazione comunale di Castiglione del Lago che, dopo aver dedicato un giardino a Nilde Iotti lo scorso maggio, vuole proseguire nel progetto “Toponomastica al femminile” che consiste in un “riequilibrio toponomastico” cittadino a favore delle donne, ricordando significative figure femminili di spicco della Repubblica Italiana, al fine di contribuire a consolidare un’identità collettiva nuova, una coscienza comune condivisa: il progetto infatti proseguirà con il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado per trasmettere valori di importanza universale, come appunto il rispetto dei diritti delle donne.Il programma si è aperto alle 15.30 con un convegno di alto livello a cui hanno partecipato l’on. Laura Boldrini, l’ex parlamentare, ministra e magistrata Anna Finocchiaro, il Consigliere di Stato Raffaello Sestini e Anton Giulio Lana, presidente dell’Unione Forense per la tutela dei diritti umani e uno dei titolari a Roma dello Studio Legale “Lana Lagostena Bassi” fondato negli anni 60 e specializzato anche in diritto di famiglia. Il convegno, moderato dalla giornalista Elena Teatini, è stato introdotto dal sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico e ha visto gli interventi di Rosella Paradisi, presidente della Commissione consiliare Pari Opportunità, e le considerazioni conclusive di Elisa Bruni, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Castiglione del Lago.  Una giornata molto importante seguita da un folto pubblico nella Sala del Teatro di Palazzo della Corgna e da molti che si sono collegati da casa, grazie alla diretta streaming su Youtube. Il sindaco Matteo Burico ha sottolineato il valore dell’iniziativa. «Oggi non è solo l’intitolazione di una strada, anche se servono anche i simboli in questo caso. Ringrazio le donne che fanno parte della Giunta, del Consiglio comunale e le funzionarie del Comune: in questi mesi difficilissimi hanno dimostrato tutto il loro valore, la competenza, l’attenzione nel lavoro a cui sono state chiamate. Questa giornata, che nasce dall’incontro con l’avvocato Anton Giulio Lana, è solo l’inizio di un grande lavoro pedagogico e formativo che vogliamo intraprendere insieme alle scuole del territorio per affermare il “concetto di parità” fra i sessi. Abbiamo intenzione di istituire un premio annuale dedicato a figure femminili che si sono distinte per i diritti e la parità delle donne, un premio di rilevanza nazionale e internazionale. Stiamo coltivando semi lasciati dalle precedenti amministrazioni e vogliamo continuare a far crescere la “pianta” della parità dei diritti per fare di Castiglione del Lago un esempio di rinnovamento e di sviluppo per tutta l’Umbria». La Presidente della Commissione Pari Opportunità Rosella Paradisi, si è chiesta in maniera retorica perché sia ancora necessario questo tipo di commissione, elencando le ragioni per cui invece sia necessaria. Appassionato e pieno di vigore l’intervento di Laura Boldrini, che ha lodato il sindaco «per aver fatto, con coraggio, ciò che ci si aspetterebbe da tutti i sindaci italiani per restituire visibilità e memoria alle donne ma che invece non viene quasi mai fatto. Speriamo che i sindaci di tutta Italia seguano il suo esempio».«Le donne ancora oggi in Italia, Paese ancora bello intriso di patriarcato, devono essere madonne, sante o martiri per essere ricordate. Ma dove sono le madri costituenti, le scienziate, le musiciste, le artiste? – si è chiesta l’on Boldrini –. Perché queste donne non debbono avere il riconoscimento che meritano? Solo due giorni fa a Milano è stata dedicata la prima statua a una donna, Cristina Trivulzio di Belgioioso: una su 121 statue di figure maschili. Le donne sono stufe di questa marginalità sociale, di essere tagliate fuori dai libri di storia, dalla toponomastica, evidente anche nella lingua che ha consolidato l’uso di parole come operaia e contadina che suonano benissimo, mentre alle nostre orecchie risuona molto male la declinazione al femminile delle professioni alte come avvocata o architetta, ad esempio».Laura Boldrini poi ha parlato del fenomeno del femminicidio e elencato il percorso legislativo che sta portando la donna, lentamente, ad avere gli stessi diritti dell’uomo in Italia. «Tina Lagostena Bassi si è battuta per una società più giusta nelle aule del Tribunale e del Parlamento e anche per questo le dobbiamo essere grati e dobbiamo ricordarla. La legge aiuta, come diceva Tina, ma è fuori delle aule di giustizia, nella società, nella mentalità di uomini e donne che si modificano radicalmente le cose. In Italia troppo spesso invece delle “cose giuste” si fanno le “cose comode”, quelle che portano facili consensi politici. E quindi grazie al sindaco Burico, alla sua Giunta e al Consiglio comunale per quello che stanno facendo». Il suo invito finale è alla reazione allo “statu quo”: «Reagiamo tutti insieme, diventiamo tutti femministi, uomini e donne: solo così diventeremo una società più moderna, inclusiva, evoluta».  L’intervento di Anna Finocchiaro, già Ministro alle Pari Opportunità e con una lunga esperienza da magistrato, ha rievocato da protagonista la vicenda parlamentare, fra il 1995 e il 1996, che vide l’alleanza delle donne parlamentari di quasi tutti i gruppi politici in Parlamento che, senza informare i rispettivi capigruppo (tutti maschi), procedettero ad un’azione politica trasversale per scrivere e far approvare la legge sulla violenza sessuale: la Legge 66 del 15 febbraio 1996 sancisce il principio per cui lo stupro è un crimine contro la persona, che viene coartata nella sua libertà sessuale, e non più contro la morale pubblica. «Per far uscire dalle sabbie in cui si era più volte arenata, tra risse e polemiche, la legge contro la violenza sessuale fu arruolata Tina Lagostena Bassi, di Forza Italia, che dette un grande contributo, da giurista che conosce le norme e le sa scrivere. La qualità professionale di una grande avvocata unita alle enormi doti personali di carisma fu determinante per il percorso intrapreso. Fu Alessandra Mussolini di Alleanza Nazionale a relazionare alla Camera e a difendere come una leonessa il testo di 12 articoli che sottraeva finalmente la violenza sessuale ai reati contro la morale e la annoverava tra quelli contro la persona. La politica che vuole cambiare il mondo è sempre opera collettiva. Oggi le donne italiane sono più libere e avvertono l’aspirazione alla libertà come legittima. Le bambine devono avere sempre più la consapevolezza della propria forza, esigendo tutto il rispetto del mondo. Per questo motivo intitolare una strada a Tina Lagostena Bassi significa anche mostrare la forza femminile che è riuscita a spostare in avanti il Paese». Il Consigliere di Stato Raffaello Sestini ha fatto un interessante excursus storico sulle normative in Italia dal XIX secolo ai giorni nostri.  Il presidente dell’Unione Forense per la tutela dei diritti umani, l’avvocato e docente Anton Giulio Lana ha ricordato la vicenda della famosa arringa di Tina Lagostena Bassi nel famoso processo del “delitto del Circeo”, in cui sottolineava come il problema principale della violenza nei confronti delle donne risieda in un’errata concezione socioculturale che dipinge la donna come un oggetto e non come titolare dei diritti.