Clarice Orsini: una romana a Firenze .Scelta dalla suocera Lucrezia Tornabuoni per il figlio Lorenzo de’ Medici, Clarice, pubblicamente, rimarrà nell’ombra del marito, non integrandosi mai a Firenze

Di Gilda Faleri

Clarice Orsini è protagonista della storia suo malgrado, lo è di riflesso ad un marito tanto importante, quanto poco fedele. Lorenzo il Magnifico non ama Clarice ma la rispetta in quanto sua sposa e madre dei suoi figli. Scelta dalla suocera Lucrezia Tornabuoni, Clarice arriva a Firenze lasciando la sua città, Roma. Ad accoglierla una Firenze festosa che però la vedrà sempre come una straniera. Lucrezia va a Roma a cercare la moglie per il figlio e, in una lettera che scrive al marito, racconta: “Giovedì mattina, andando a San Pietro, mi riscontrai in madonna Maddalena Orsini, sorella del Cardinale, la quale aveva seco sua figliola, d’età d’anni quindici in sedici. […] Era vestita alla romana, col lenzuolo, la quale mi parve in quello abito molto bella, bianca e grande. Ma perché la fanciulla era coperta, non la potei vedere a modo mio”. La ragazza è la figlia del signore di Monterotondo, viene da una famiglia nobile, porta una dote sostanziosa e ha parenti molto vicini alla curia papale.  Lucrezia ha visto molto lontano scegliendo la Orsini: suo nipote Giovanni, figlio di Lorenzo e Clarice, infatti, diventerà Papa, nel 1513, con il nome di Leone X. Su un punto fondamentale Lucrezia, però, si sbaglia: in un’altra lettera al coniuge, Piero il Gottoso, scrive che la futura nuora è così modesta che prenderà subito usi e costumi fiorentini, ma non sarà così.Clarice Orsini è rigida e inflessibile, come scritto in una sua medaglia – “Vultui suavis, aspera manui” (dolce all’aspetto, aspra al tatto) – nel cui rovescio è simboleggiata una rosa spinosa.Clarice ha ereditato dal padre Jacopo Orsini un carattere autoritario e pensa che l’essere di una famiglia importante romana sia sufficiente a garantirle tanti privilegi. Non si prepara sugli usi e i costumi fiorentini e non conosce gli abitanti di Firenze. Il suo tenersi in disparte viene visto come un non volersi confondere con i fiorentini, mentre forse è solo una sua scelta di vivere nell’ombra.  È il 4 giugno 1469, a Firenze si festeggia il matrimonio di Lorenzo il Magnifico e Clarice. In 3 giorni i fiorentini consumano 150 vitelli e 4.000 capponi, oltre a 17 quintali di dolci. Lorenzo sposa Clarice piegandosi al volere della madre senza obiezioni: “Io Lorenzo tolsi donna Clarice, figliola del signor Jacobo Orsini, ovvero mi fu data”. La moglie rimarrà sempre fuori dalla sua vita, dalle sue passioni e dai suoi interessi. Clarice vive poco a Firenze con il marito, nella dimora di via Larga, e trascorre gran parte del suo tempo nella villa di Cafaggiolo insieme ai figli. Lorenzo, non amando la caccia e preferendo la città, si fa vedere sporadicamente. Dal Mugello, Clarice cerca di essere premurosa con il marito assente: gli manda la selvaggina per le cene fiorentine con artisti e letterati. “Mandovi un fagiano et una lepre – scrive – perché mi pare vergogna a mangiarli qui fra noi e noi”. Mette al mondo dieci figli, sette dei quali superano la maggiore età, non partecipa alla vita mondana, non le piacciono le arti e non approva la scelta di Lorenzo di circondarsi di poeti, filosofi, artisti, pittori e scultori. Per quanto riguarda i figli, Lorenzo sceglie il Poliziano come precettore, ma Clarice lo detesta e non lo trova adatto al ruolo. Il sentimento è reciproco, ma sarà Clarice a spuntarla, mandando via Poliziano da Cafaggiolo, sostituendolo con istitutori più sensibili ai temi religiosi. Lorenzo è ben felice di accogliere nuovamente il suo amico, lasciando a Clarice il compito di provvedere all’educazione dei figli. Anche il finale della sua vita lascia l’amaro in bocca: Clarice tornata a Firenze muore il 30 luglio del 1488, poco dopo aver partecipato alle nozze della figlia a Roma. Lorenzo è fuori città, è andato alle terme per curarsi e non rientra per i funerali: non vuole compromettere la sua salute già cagionevole. Decide, però, di abolire il divieto sulle cerimonie pubbliche, in vigore dopo la congiura dei Pazzi. Clarice, che non ha ancora compiuto 35 anni, viene seppellita con solenni funerali nella Basilica di San Lorenzo, senza il marito al suo fianco.