Elezioni politiche: candidato alla Camera Enrico Rossi (PD), «Almirante fu razzista e antisemita. Fabrizio Rossi venga con me a Pitigliano»

Enrico Rossi, candidato Pd  alla Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Grosseto e Siena , ha scritto su Fb

«Fabrizio Rossi è il candidato che la destra ha messo contro di me nel collegio Siena Grosseto. A lui quindi mi voglio rivolgere direttamente. Fabrizio Rossi, fai bene a ribadire le tue passioni politiche per la fiamma tricolore e per Giorgio Almirante. Questo consentirà a tantissimi elettori di capire chi sei, le tue opzioni ideali e i tuoi valori. Io ti dico che dall’estremismo di destra si può guarire, ma bisogna fare i conti fino in fondo col fascismo. Per facilitarti l’impresa ti riporto alcune frasi di Almirante, il tuo storico leader politico, la cui fiamma, come hai detto, è la stessa del tuo partito: “la parola fascista ce l’ho scritta in fronte”; “democratico è un aggettivo che non mi convince” (Gianni Minoli, intervista a Giorgio Almirante, 1987). Queste frasi ti piacciono sì o no? Non dobbiamo forse pretendere da parte tua maggiore chiarezza quando parli di Almirante? Toscani e italiani possono forse stare tranquilli con queste premesse? Ci sono poi anche altre parole ‘scritte’, se possibile ancora più inquietanti. Saprai certamente che Almirante è stato segretario della rivista ‘Difesa della razza’ e che in quella rivista il 5 maggio del 1942 è arrivato a scrivere questo: “Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”. A quel tempo l’antisemita Almirante era un dirigente importante della Repubblica Sociale Italiana e un convinto collaborazionista dei nazisti. Io non posso credere che tu condivida le parole di Almirante sul razzismo. Senza andare lontano, verresti con me a Pitigliano? Lì potremo farci raccontarci cosa avvenne a Pitigliano durante l’occupazione da parte dei nazisti e dei repubblichini di Salò. Allora gli ebrei del paese subirono la deportazione, furono prima confinati a Roccatederighi e Fossoli e poi annientati nei lager. 857 ebrei toscani furono deportati nei campi di sterminio e solo il 10 per cento fece ritorno. Tutto questo è accaduto per le infami leggi razziali volute da uomini come Mussolini e Almirante e firmate dal re a San Rossore (Pisa 5 settembre 1938). Insisto su questo fronte perché vorrei farti capire che la memoria e la storia non possono essere cancellate e perché bisogna fare i conti col fascismo e col razzismo e decidere, anche su questa base, cosa fare per il futuro e per il bene di questa terra. Non sei d’accordo? Allora ti cito un altro fatto, assai più recente ma molto significativo. Quando il consiglio comunale di Verona a distanza di pochi giorni (nel Gennaio 2022) ha deliberato di intitolare una strada ad Almirante e al contempo di dare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, quest’ultima ha detto: “La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l’una all’altra”. Ecco noi nel nostro collegio ci troviamo proprio davanti allo stesso bivio. Se tu non farai un passo convinto e simbolico di adesione ai valori dell’antifascismo e della Costituzione democratica io e te continueremo a rappresentare per i toscani, per i grossetani e per i senesi, due visioni antitetiche del progresso sociale e dei diritti, del passato, del presente e del futuro delle nostre istituzioni democratiche».