Firenze: è ’rosa’ la prima vigna urbana moderna nella città del Giglio; si chiama “Vigna Michelangelo”
di Claudio Zeni
Vigna Michelangelo, la prima vigna urbana moderna di Firenze,composta fino a ieri da pochi filari, rinnova il suo parco viti e vedrà mettere a dimora settecento nuove piante. Si trova sulla collina che sovrasta l’Arno con una vista che spazia dalla cupola del Brunelleschi ai colli di Fiesole, su terreni gestiti dall’azienda agricola donne Fittipaldi di Bolgheri, presieduta da Maria Fittipaldi Menarini che, con le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, si è lanciata con convinzione ed entusiasmo in questo progetto. Nei suoi numerosi spostamenti all’estero Maria si era imbattuta nella vigna del Clos Montmartre, sormontata dalla chiesa del Sacro Cuore a Parigi, poi nelle vigne di Leonardo a Milano, nelle vigne della Tenuta Venissa sull’Isola di Mazzorbo a Venezia e della Villa della Regina a Torino. L’idea di emulare queste particolari colture nel proprio terreno, posto proprio al centro della culla del Rinascimento italiano, è sorta spontanea, così come spontaneo è sorto l’accostamento con Michelangelo Buonarroti, non solo per l’attiguo piazzale Michelangelo ma anche perché questi aveva acquistato una tenuta in Chianti, vicina alla torre Nectar Dei, poi diventata Fattoria Nittardi. “Questa vigna rappresenta anche la mia infanzia – ricorda Maria – quando i primi di settembre, di ritorno dalla villeggiatura, amavo cogliere gli acini e anche alcuni grappoli per la tavola”. Poi, venti anni fa, nella sua residenza di Bolgheri scoprì il fascino del vino. Ed è la, in quel periodo, che nasce l’Azienda Agricola donne Fittipaldi. Da quel periodo, per quel progetto, decide di volere accanto a sé anche le quattro figlie che ancora oggi le sono vicine nel portare avanti l’Azienda. Ed è anche la passione e l’esperienza acquisita in questi anni che l’hanno convinta a far rivivere la vecchia vigna di casa. “In qualche modo –conclude Maria – voglio dare un segno e un senso di continuità a questa casa, particolarmente amata da mio padre Mario.”La vigna è vista come elemento in grado di ricomporre l’insieme di patrimonio rurale, storico e paesaggistico tipico di una comunità urbana ancora lontana dall’industrializzazione. Un progetto in grado di esaltare la biodiversità e di contribuire alla sostenibilità urbana.