I “Grandi dell ‘ Amiata”. David Lazzaretti

di Antonio Pacini
“Io sarò fra i pazzi declamato il pazzo…chi mi vorrà capire poco capisce, chi poco intende assai comprende…”. (D.Lazzaretti)
Il sei novembre del 1834 nasceva David Lazzaretti, il Cristo di Monte Labbro. Su di lui sono stati scritti fiumi di pagine ma forse per conoscerlo non bastano i litri d’inchiostro versati. Ovviamente questo stesso articolo si aggiunge alla moltitudine perciò invita chi può a recarsi nei luoghi del Santo per entrare, possibilmente, in risonanza con la sua dimensione mistica e rivoluzionaria. E’ bizzarro per qualcuno constatare come un barrocciaio disgraziato sia riuscito a parlare ai popoli con una forza unica e irriproducibile. Quell’uomo un po’ pazzo fece impensierire il papato, l’appena nato stato italiano e la massoneria. Com’è stato possibile che dei poveri contadini siano riusciti a trovare unità fraterna diventando sacerdoti giurisdavidici -così si chiamavano- fino a trasformarsi loro stessi in divulgatori di un nuovo pensiero? Dopo la morte del nemico Lazzaretti, la Chiesa cattolica divenne interprete del suo messaggio. Ma non sono mancate nemmeno interpretazioni di altra natura come quelle new age e ufologiche. Tuttavia il suo messaggio non è di proprietà di nessuno, se non di chi non sente spiritualmente il senso di ingiustizia e il bisogno di reagire ai soprusi del potere. L’avventura del profeta fu fermata da una pallottola appartenente all’ordine costituito che lo uccise. A lui fu rifiutata sepoltura nel comune natale di Arcidosso e il trattamento riservatogli fu quello del delinquente. Un certo Cesare Lombroso, allora autorità nel mondo scientifico, studiò il suo cranio arrivando alla conclusione che si trattava di quello di un criminale. Oggi sappiamo quanto infondate siano queste vecchie teorie e dobbiamo ricordarci che l’”ufficialità” è sempre stata dalla parte del potere costituito; quindi è bene essere sempre critici. Siccome, però, non si può bloccare la forza scaturita da certi messaggi rivoluzionari oggi l’ordine costituito gli dedica monumenti e strade, promuove spettacoli in suo onore come se niente fosse. Ma quelli che cercano il vero David Lazzaretti devono sapere come onorarlo e dove trovarlo; non lo troveranno di certo in spettacoli realizzati con il contributo della multinazionale che si è installata ai piedi del Sacro Monte. Riscoprire David significa a volte stare dalla parte sconveniente, quella che si accorge e condanna la falsità del potere. Per conoscere il David storico ci sono molte biografie ma qui vogliamo più che altro avvicinarci a quello non storico, al mistero che lo ha condotto a quell’esplosione mistica e creativa che ha coinvolto tanta gente vicina e lontana, povera e ricca. E’ lui che va cercato nei suoi libri e non in quelli che hanno scritto su di lui e nemmeno nelle interpretazioni del suo pensiero. David era convinto di avere un’importante missione, che fosse venuto a inaugurare la terza Era, o Era dello Spirito Santo, che avrebbe visto il Monte Labbro come Arca della Nuova Alleanza con Dio. Forse era un pazzo, ma forse quella pazzia è il segno di un’esigenza che risale dal profondo, di un uomo che vuole evolversi spinto da energie che in certi luoghi si fanno più forti. Non sarà un caso che ai piedi del Monte Labbro il lama tibetano Norbu vi ha fondato uno dei più importanti templi dello Dzogchen asserendo di aver scelto il posto “per l’energia che emana”. Quel monte che secondo alcuni studi cosmologici (http://www.renzobaldini.it/la-cosmologia-etrusca/) sarebbe anche il centro della nazione etrusca, cioè “quella zona dove la magia etrusca, e comunque le divinità etrusche, potevano svolgere il massimo della protezione”. Sicuramente le conquiste spirituali dei giurisdavidici non possono essergli tolte, ed arriverà il giorno in cui quella che è stata definita un’utopia diventerà l’unico sistema per vivere ancora su questo pianeta. In fondo siamo appena all’inizio della “Terza Era”.