Il libro del mese di Giugno 2025: ‘Paolo il caldo’ di Vitaliano Brancati

Di Francesca Andruzzi

Con il mese di giugno è arrivato il caldo, in senso meteorologico.  Abbiamo scelto per voi Paolo il caldo, romanzo incompiuto di Vitaliano Brancati, non certo per parlare dell’aumento delle temperature, ma per prendere spunto al fine di analizzare una tematica che sembra aver attraversato i decenni che separano i tempi moderni da quelli descritti in questo classico con il quale Brancati descrive la decadenza della borghesia degli anni ’50 del secolo scorso. La trama è nota: Paolo Castorini, barone siciliano, sfoga i suoi incontrollabili appetiti sessuali di uomo maturo che si possono considerare una vera e propria patologia o forse una possessione diabolica. Scriveva Geno Pampaloni che “la sensualità si fa lussuria, fosca e maturata prigione, bramosia dell’impossibile, addio all’innocenza e alla ragione”. Lo stesso Brancati, che autorizzò la pubblicazione del libro, scrisse due giorni prima di morire: “Si può anche pubblicare il mio ultimo romanzo Paolo il caldo avvertendo il lettore che mancano ancora due capitoli, nei quali si sarebbe raccontato che la moglie non tornava (più) da Paolo ed egli, in successivi accessi di fantastica gelosia, si aggrovigliava sempre di più in se stesso fino a sentire l’ala della stupidità sfiorargli il cervello”.Lussuria e decadenza sembrano ancora oggi essere compagne di merende. Viviamo tempi indiscutibilmente difficili, dal punto di vista morale e materiale. L’economia è distrutta; i valori scompaiono. Solo il sesso sembra non conoscere crisi. La prostituzione aumenta al punto che lo Stato decide di tassare gli introiti di tale pratica, assegnandole uno specifico codice ATECO: 96.99.92. Ci sarà, certamente, chi noterà in questo numero qualcosa di… infernale. Sia ben chiaro: il sesso in sé non è pratica esecrabile, ma lo diviene quando, anziché espressione di amore coniugale e atto utile e necessario alla riproduzione della specie umana, diviene manifestazione di possesso e di supremazia, soddisfazione di istinti privi di rispetto, esibizione pubblica di sensualità anche per procacciare denaro. Lo sfruttamento della prostituzione continua a essere reato e speriamo che tale rimanga. Per la morale cattolica, poi, la lussuria è un peccato capitale; ma anche chi non fosse credente, non potrà ignorare i danni – anche in tema di salute pubblica – che essa produce: aumentano le malattie sessualmente trasmissibili non solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti e gli anziani. In relazione agli omicidi rinominati “femminicidi” – quando il soggetto passivo del reato è una donna – si legge, nelle cronache, che, spesso, il colpevole o presunto tale non si rassegnava alla fine della relazione; concetto che, in realtà, corrisponde alla mancata accettazione della fine del possesso sul corpo delle vittime. Possesso determinato non dall’amore, certamente, ma dalla lussuria che considera il corpo dell’altro un oggetto. Una stupidità che non solo sfiora il cervello, per dirla con Brancati, ma lo possiede e gli chiede di possedere un altro corpo. Il cinema, le fiction, financo gli spot pubblicitari utilizzano scene di sesso più o meno esplicite, quasi fossero uno stupefacente idoneo a far dimenticare i numerosi problemi che affliggono il mondo. Dante pone i lussuriosi, tra i quali Paolo (ancora Paolo!) e Francesca, nel girone più lontano dalle profondità dell’abisso infernale, è vero. Ma non va dimenticato che sempre dell’inferno si tratta e che proprio lì il Poeta sviene, quasi a voler far intendere che non solo lui, ma proprio tutti possiamo essere preda di quell’istinto che, comunque, ci condanna alla pena eterna.La lussuria è spesso descritta da molti santi come una catena del demonio che non permette di uscire dalle situazioni sbagliate, dai rapporti di coppia cosiddetti tossici; scambiata per amore, condanna all’inferno già in Terra.La lussuria è anche alla base dell’odioso fenomeno della pedofilia: un istinto sessuale rivolto verso i bambini che diventano vittime di atrocità e che la criminalità, come noto, ha deciso di sfruttare per ricavare denari. Solo nel primo semestre del 2024, sono scomparsi, in Italia, 64 bambini al giorno. Perciò, piaccia o meno, che la si consideri un peccato o meno, la lussuria produce danni irreparabili. Un “addio alla innocenza e alla ragione”, come scriveva Pampaloni. E Dante definisce i lussuriosi (peccator carnali) come coloro “che la ragion sommettono al talento” (talento inteso come istinto). Innocenza e ragione che sono invise a chi desidera il mantenimento di una società decadente per esercitare più facilmente il potere.