Le cooperative mediche toscane uniscono le forze .Siglato un contratto di rete tra quasi 1000 medici di famiglia toscani

Undici cooperative di medici di medicina generale per un totale di quasi mille professionisti (un terzo di tutti quelli attivi sul territorio regionale) unite in una rete di partenariato che permetterà alla sanità territoriale toscana di fare un salto di qualità autentico e tangibile. È questo il risultato ottenuto con la firma di un contratto di rete tra cinque cooperative fiorentine, due lucchesi, una pisana, una aretina, una pratese e la senese Medici 2000, che ha rappresentato fin dalla sua nascita un esempio virtuoso per garantire maggiori servizi sanitari ai cittadini senza gravare sulle casse dello Stato.Le società che hanno aderito all’iniziativa, infatti, forniscono servizi ai medici soci, che li pagano direttamente, e che permettono loro non solo di “fare squadra” con iniziative come la medicina di gruppo ma anche di usufruire di supporti amministrativi, informatici e di personale infermieristico a costi che, da soli, non potrebbero sostenere. Ora, con il contratto di rete attivo, le cooperative aderenti potranno fare ancora di più mettendo in comune le loro risorse finanziarie e umane. “Si tratta – ha commentato Maurizio Pozzi (foto), Presidente della Cooperativa Medici 2000 e ideatore del contratto, “di una rete con la quale potremo non solo dare ai medici di famiglia servizi ancora migliori, ma offrire servizi aggiuntivi per i pazienti e garantire una maggiore omogeneità di standard. Uno strumento col quale potremo attuare ancora meglio il progetto di riforma della sanità territoriale previsto dal PNRR e dal Decreto Ministeriale 77, che prevede più prossimità e più servizi al cittadino”. Oltre alla firma del contratto si è già svolta la prima riunione operativa dei direttivi di tutte le società aderenti: “Abbiamo già fatto un primo elenco di progetti – ha proseguito Pozzi – che vogliamo proporre ai vertici della sanità regionale, e che non prevedono costi per il Sistema sanitario. Lo scopo di questa nostra iniziativa non è quello di monetizzare a spese dello Stato, ma di dar modo a tutti i medici di famiglia aderenti di migliorare la loro attività nei confronti dei cittadini. Vorremmo avviare un’interlocuzione con le Amministrazioni proprio per questo motivo, per presentare soluzioni e innovazioni che possono, a costo zero, migliorare il rapporto dei cittadini con la sanità territoriale e la sua efficacia”, ha concluso.