Monte San Savino: “I manoscritti non bruciano”, Bulgakov debutta al Teatro Verdi

Il Teatro Verdi di Monte San Savino torna a farsi residenza d’arte, creatività e produzione teatrale ospitando in questi giorni l’allestimento dello spettacolo “I manoscritti non bruciano”, una coproduzione Teatro Macondo, C.A.P.I. Consorzio Altre Produzioni Indipendenti e Teatro di Anghiari, con la collaborazione e il supporto dell’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma e con il supporto del Festival dello Spettatore 2022. Il debutto nazionale è previsto venerdì 30 settembre alle ore 21:15 sempre nella cornice del Verdi con la possibilità, grazie al festival, di raggiungere il teatro anche da Arezzo con il pullman dello spettatore (prenotazione obbligatoria). La residenza artistica, ospitata a Monte San Savino da Officine della Cultura, in collaborazione con Comune di Monte San Savino e A.S. Monteservizi nell’ambito del progetto “Artisti nei territori” finanziato dal MiC Ministero della Cultura e da Regione Toscana, porterà in scena un lungo lavoro di ricerca e indagine della compagnia intorno al romanzo “Il Maestro e Margherita” di M. A. Bulgakov. Con la consapevolezza che il romanzo contenga in sé, profeticamente, alcune tra le domande che sfidano il contemporaneo: quanto può costare la ricerca del proprio ruolo nella società? Quanta arroganza si rivela nel credersi indiscutibilmente dalla parte dei giusti? Quanta paura esiste nel prendere una decisione che porti fuori dal consenso comune? Così i protagonisti raccontano il progetto: «“Il Maestro e Margherita” è un’opera letteraria ingombrante, illuminante e complessa. Tenteremo la creazione di un’opera al contempo ridente e profonda, che riesca a restituire al pubblico l’allegria del pensiero; che riesca a comunicare la percezione della mediocrità ma anche della sublimità del mondo che viviamo, che faccia intravedere una speranza, quella che seppur vivendo in una società complessa, difficile e ostile, non tutto è perduto; che il senso di condivisione, il libero pensiero, l’aspirazione a qualcosa di più alto, non sono qualcosa di morto e inutile. Perché come ribatte Woland, “i manoscritti non bruciano”. Il clima causato dal conflitto russo-ucraino ha impattato concretamente sulla realizzazione del lavoro soprattutto per il diffuso clima di diffidenza verso la cultura russa. Ci domandiamo quindi quando e come un’opera d’arte smetta di essere patrimonio universale dell’umanità e diventi patrimonio culturale di una nazione».