Nuovo terremoto in Turchia: “sono pronto a ripartire subito per dare una mano” dice il sarteanese Fabio Rinaldini  che, come infermiere 118, ha fatto parte del primo contingente U.S.A.R. sanitari-vigili del fuoco. Ad Antiochia ha contribuito a salvare un uomo estratto poi dalle macerie

Di Leonardo Mattioli

Lui è un infermiere del 118 area Sud/est. E’ stato già in Turchia  ai primi di febbraio con il  primo contingente U.S.A.R. sanitari /vigili del fuoco che è partito per le zone terremotate  di Antiochia per aiutare quelle popolazioni. Ora ,appena avuta la notizia delle nuove scosse che hanno  colpito drammaticamente quelle zone, è pronto a ripartire subito anche se è consapevole che ci sono delle graduatorie da rispettare. Lui è Fabio Rinaldini, un sarteanese di 44 anni da circa 20 anni  operatore del 118, sposato con tre figli, che da qualche anno vive a San Gimignano per ragioni di lavoro ma che ha mantenuto forti le sue radici. Spesso infatti lo si vede in giro a Sarteano dove vivono i genitori. Lo incontriamo a Sarteano per avere da lui le dirette impressioni di questa esperienza in Turchia.

D.Fabio che tipo di esperienza personale hai avuto nel tuo soggiorno ad Antiochia?

R.Una esperienza molto positiva sotto il punto di vista della formazione. Intervenire sul campo con questo contingente di circa 50 persone tra vigili del fuoco e sanitari del 118 ha fatto capire che questi ‘salvataggi’ si possono e si devono fare insieme. Infatti credo che questo tipo di intervento ‘misto’ sia stato molto positivo e possa essere reso operativo per il futuro. Ne abbiamo visto concretamente i risultati sul campo. Una esperienza quindi ricca per tutto quello che abbiamo fatto che mi ha colpito molto, nonostante la fatica di 12 ore di lavoro al giorno . Senza contare il freddo che abbiamo sofferto nei primi giorni. E la poca acqua… sempre nei primi giorni.

D.Fabio, tu, tra l’altro, oltre a studiare a Perugia, hai conseguito anche due master a Firenze e a Roma proprio sull’ intervento di urgenza-emergenza. Hai potuto mettere in pratica questa tua capacità professionale?

R.Si, ed è stata una prova molto toccante. Ho contribuito a salvare un uomo. E’ stato un intervento incredibile sotto un edificio da dove hanno estratto purtroppo tanti morti, di cui molti bambini. Era un edificio con molte famiglie. A un certo momento abbiamo sentito delle urla venire da sotto un punto delle macerie. Subito i vigili del fuoco hanno fatto anche lì dei carotaggi per infilarci poi delle telecamere e vedere sotto. Così abbiamo scoperto che c’era un uomo ancora in vita che chiamava. Ci sono volute quasi 8 ore per estrarlo dalle macerie di tre solai. Dell’uomo si vedeva solo una parte. Era in stato ipotermico e aveva uno stress respiratorio. Allora io, scendendo aiutato dai vigili che mi hanno tenuto per le caviglie, sono riuscito ad applicargli un accesso venoso periferico all’avambraccio per dargli calore(foto) . In questo aiutato anche da un interprete che ha spiegato all’uomo quello che gli si stava facendo. Il sostegno di questi interpreti è stato molto determinante nella nostra missione. C’è stata anche una grande collaborazione da parte della popolazione. Proprio per questo salvataggio molte persone del luogo ci hanno aiutato prendendo e portandoci delle travi in legno per reggere i solai e evitare altri crolli durante l’intervento. Questo salvataggio è stato fatto proprio da manuale come insegnatoci durante i corsi di formazione. Per quanto  mi riguarda è  stata la prima volta che lo eseguivo. Insieme agli altri infermieri abbiamo fatto un lavoro di squadra. Lo stesso comandante dei vigili poi ci ha ringraziato; ci ha detto che non aveva mai visto un intervento del genere”.

D.Pronto a ripartire per aiutare le popolazioni della Turchia quindi?

R.Certamente .Partirei subito anche se so bene che ci sono delle graduatorie da rispettare. Sono contento di quello che abbiamo fatto come primo contingente tra vigili del fuoco e sanitari del 118. Siamo riusciti ad estrarre dalle macerie una cinquantina di persone. Le abbiamo salvate e già questo fatto mi fa essere felice.