San Casciano di Bagni: la direttrice de La Nazione, Carlino, Giorno e QN Agnese Pini, presentando il suo libro ‘Un autunno d’agosto’ ambientato su un tragedia del secondo conflitto mondiale, ha ricordato che in Italia non c’è mai stata ‘una memoria condivisa sugli orrori della guerra’  ma è stata accettata  ‘l’assenza di giustizia’. Presentato anche il libro “Il tesoro di Putin” dei giornalisti Jacopo Iacoboni e  Gianluca Paolucci

Di Leonardo Mattioli

Messaggi sottili , non gridati ma incisivi , come sempre , quelli lanciati dalla direttrice de La Nazione, il Resto del Carlino, Il Giorno e QN, Agnese Pini (prima donna in Italia ad essere direttrice di quotidiani) a ‘La Terrazza’ di San Casciano dei Bagni per presentare il suo primo libro “Un autunno d’agosto”: quelli legati agli orrori del secondo conflitto mondiale tradottisi anche in eccidi di migliaia di innocenti da parte dei nazisti in fuga oltre la cosiddetta ‘Linea Gotica’ per sfuggire all’avanzata degli alleati. Eccidi come quelli di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema ma non solo: il libro di Agnese Pini, intervistata dal caporedattore de La Nazione di Siena Pino De Blasio, non si è risparmiata nel ripercorrere una tragedia che ha colpito la sua famiglia originaria, per parte di madre, della Lunigiana e in particolare di San Terenzo Monti dove vennero uccise senza pietà dai tedeschi in fuga 159 persone tra cui anche la sua bisnonna. Ebbene di questi orrori bellici in Italia manca una ‘memoria condivisa’ perché , ha ricordato  la direttrice , i fascicoli di indagini avviati da parte della magistratura sulla base delle prove raccolte dagli alleati (circa 700) vennero ‘dimenticati’ volutamente in qualche armadio delle Procure fino a quando vennero archiviati ‘temporaneamente’ nel 1960  per tornare alla luce nel 1994 sull’onda del ‘caso Priebke’ grazie a giornalisti americani ma per restare ‘in vita’ per poco in quanto quasi tutti vennero subito archiviati definitivamente tranne qualcuno come quello affidato al Procuratore Marco De Paolis che riuscì,dopo un notevole lavoro di indagini, a far condannare 51 tedeschi per Marzabotto e Stazzema , che peraltro non fecero neanche un giorno di prigione. “Grazie a De Paolis –  ha aggiunto Agnese Pini- oggi so chi ha ucciso la mia bisnonna insieme ad altri 158 civili innocenti”. Ma per le altre stragi compiute dai nazisti in fuga, in questo aiutati dai ‘repubblichini’ che conoscevano il territorio meglio dei tedeschi, la storia è finita  con l’archiviazione definitiva dei fascicoli. E quindi si può parlare senza dubbio di ‘assenza di giustizia’ che ancora pesa nel nostro paese e che ancora è alla base delle notevoli polemiche che scoppiano alla vigilia del 25 aprile. E pensare, come  ha rammentato Agnese Pini, che una stima su quegli eccidi compiuti negli ultimi due anni  bellici parla di almeno 20 mila civili trucidati senza contare i 40 mila deportati e che sono da considerare sempre come ‘crimini di guerra’. Insomma 60 mila persone che per la stragrande maggioranza non hanno avuto giustizia. Come quelli, circa 2 mila, che nel 1944 tra agosto e settembre sono stati trucidati solo in Lunigiana. Un libro, quello scritto con una ottima prosa anche molto cruda quando necessario da Agnese Pini con grande impegno ritagliandosi a fatica il tempo appena possibile dal suo ruolo di direttrice.  Il suo “Un autunno d’agosto”  ricostruisce in forma di romanzo l’eccidio nazifascista che ha colpito la sua famiglia: una storia d’amore mentre la guerra torna a fare paura. Una narrazione che ha sentito fin da piccola e che ha capito essere quanto mai attuale con la guerra Ucraina: “Certi orrori – ha concluso Agnese Pini definita perfettamente da Pino Di Blasio una giovane donna dagli occhi da cerbiatto con gli artigli di leonessa – si perpetuano sempre identici, al di là delle latitudini e degli anni; questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di loro si è costruita l’ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, dunque anche del mio.” Presentazione, quella del libro di Agnese Pini, avvenuta prima in Piazza della Repubblica poi,  a causa della pioggia prima leggera e sopportabile sotto un ombrello e poi intensa, all’interno del Museo situato proprio sotto il comune. Prima di Agnese Pini a ‘La Terrazza’ la giornalista 𝗘𝘃𝗮 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗻𝗶𝗻𝗶 ha incontrato i colleghi 𝗝𝗮𝗰𝗼𝗽𝗼 𝗜𝗮𝗰𝗼𝗯𝗼𝗻𝗶(La Stampa) e 𝗚𝗶𝗮𝗻𝗹𝘂𝗰𝗮 𝗣𝗮𝗼𝗹𝘂𝗰𝗰𝗶 (Verità e Affari), autori del libro-inchiesta “Il tesoro di Putin” (Laterza). Incontro dedicato alla  ricchezza accumulata da Vladimir Putin e ricostruita puntualmente da Jacopo Iacoboni e dal collega orgogliosamente valdorciano Gianluca Paolucci. Nel loro saggio  i due autori hanno ricostruito le trame oscure che legano il patrimonio e gli interessi politici e finanziari di Vladimir Putin alle reti personali e affaristiche dei suoi fedelissimi, in una mappa estesa da Mosca all’Europa tutta e oltre.