Sarteano: si conclude stasera al Castello, con grande successo,  la “tre giorni “di Civitas Infernalis organizzata dalla Giostra del Saracino. Per tre giorni la Rocca ha vissuto i colori e la gioia delle cinque contrade che hanno dovuto rinunciare alla Giostra causa Coronavirus

Di Leonardo Mattioli

Stasera nella Piazza d’arme del Castello di Sarteano gran finale della “tre giorni”  medieval-fantasy di Civitas Infernalis dal titolo “Rievocandum”. La  serata conclusiva, giù sold out da giorni, vedrà la disfida degli sbandieratori e dei tamburini delle cinque contrade ; una sfida che, in assenza della Giostra del Saracino causa Coronavirus,  comunque servirà a traghettare quest’anno  al prossimo quando i cinque cavalieri scenderanno nuovamente in piazza per contendere il palio del vincitore co tro il “Buratto”. Per mantenere viva l’attenzione della  Giostra in quest’anno maledetto dal virus, di più non si poteva fare. Brava la Giostra guidata da Gianfranco Paolini che ha  voluto  serbare  intatta una parte  di questa storica  manifestazione , quella della gara tra sbandieratori e dei tamburini delle cinque contrade , molto sentita dai sarteanesi. Così con tutte le attenzioni e le regole anti-contagio del caso la Piazza d’Arme del Castello ha ospitato questa “tre giorni” molto apprezzata non solo dai cittadini di Sarteano ma anche dai pochi turisti italiani e stranieri presenti sul territorio. Un apprezzamento ben meritato perché gli spettacoli che per due serate consecutive, prima del finale ,  hanno caratterizzato  la manifestazione sono stati grande livello e di ottima qualità a cominciare da quello di Marzio Faleri (il suo è stato un grande ritorno perché per anni l’artista sarteanese  ha lavorato in giro per il mondo) nella parte del ‘jullar giocoso” che ha organizzato un evento fuori dall’ordinario. Con lui si  è esibito un divertente trio comico del Santo Macinello, le danzatrici di Arteare e l’incredibile “Drago bianco” con il suo gioco di fuochi di enorme impatto visivo. Dimenticavo: tutte le serate sono state introdotte  dalle esibizioni degli sbandieratori e dei tamburini e dal corteo dei capitani e dei notabili delle contrade guidato da Gianfranco Paolini a piedi e non a cavallo,come vorrebbe la tradizione, per evidenti motivi logistici, visto che la manifestazione si è svolta al Castello dove portare i destrieri non è proprio facile.