Siena: Banca MPS; Cda approva i risultati al 31 dicembre 2023 con ricavi complessivi per 3.797 mln di euro, in aumento del 21,7% rispetto all’anno precedente

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (la “Banca”), riunitosi  sotto la presidenza dell’Avvocato Nicola Maione, ha esaminato ed approvato i risultati al 31 dicembre 2023.  A quella data il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 3.797 mln di euro, in aumento del 21,7% rispetto all’anno precedente. Tale dinamica è da ricondurre alla crescita del margine di interesse, che beneficia, sul fronte degli impieghi, dello scenario favorevole dei tassi, in un contesto di attento presidio del costo della raccolta. Il positivo andamento del margine di interesse ha più che compensato il minor contributo delle commissioni nette (registrato soprattutto sui proventi della gestione del risparmio, in ragione del mutato scenario di mercato) e delle altre componenti di ricavo. I ricavi del quarto trimestre 2023 ammontano a 993 mln di euro, in crescita rispetto al trimestre precedente (+4,1%) trainati dalle commissioni nette (+5,9%) a fronte di un margine di interesse pressoché stabile. In aumento anche gli altri ricavi della gestione finanziaria a seguito principalmente dei maggiori proventi generati dalle partecipazioni nelle società collegate assicurative. Il margine di interesse al 31 dicembre 2023 è risultato pari a 2.292 mln di euro, in crescita rispetto al 2022 (+49,3%), guidata prevalentemente: (i) dal maggior contributo del comparto commerciale, che ha beneficiato, fra l’altro, di maggiori interessi attivi sugli impieghi, generati dall’aumento dei tassi di interesse, solo in parte bilanciati dai maggiori interessi passivi sulla raccolta, dalla maggiore contribuzione del portafoglio titoli, in conseguenza di maggiori rendimenti e  dal maggiore apporto derivante dai rapporti con banche. Nei rapporti con banche centrali, al 31 dicembre 2023 è stato contabilizzato un costo netto pari a 89 mln di euro, rispetto al beneficio netto di 161 mln di euro di fine 2022. Tale dinamica è da ricondurre alle decisioni di politica monetaria di BCE, che hanno introdotto una serie di aumenti dei tassi di riferimento e alcune modifiche, a far data dal 23 novembre 2022, ai termini e alle condizioni applicate alle aste TLTRO III in essere5 . In aumento, rispetto all’anno precedente, anche il costo della raccolta di mercato, a seguito del rialzo dei tassi e delle nuove emissioni effettuate nel 2023. Il margine di interesse del quarto trimestre 2023 è sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente (-0,1%) con un remix di costo fra la raccolta commerciale e il costo netto dei rapporti con banche centrali. In particolare, il costo netto dei rapporti con banche centrali risulta in calo rispetto al trimestre precedente sia per la diminuzione degli interessi passivi sulle aste TLTRO (rispettivamente, 47 mln di euro nel quarto trimestre 2023 e 77 mln di euro nel terzo trimestre 2023), a seguito della scadenza di fine settembre 2023 (3 mld di euro), sia per il maggiore beneficio sulla liquidità depositata (123 mln di euro nel quarto trimestre del 2023 rispetto a 110 mln di euro nel trimestre precedente). In aumento invece il costo delle aste MRO e LTRO (75 mln di euro nel quarto trimestre 2023 rispetto a 55 mln di euro registrati nel terzo trimestre del 2023). 5 Si ricorda che gli interessi fino al 23 giugno 2022 avevano potuto beneficiare del cosiddetto “special interest rate period”, con tasso applicato pari al -1%; dal 24 giugno fino al 22 novembre 2022 il tasso applicato e regolato a scadenza è stato il tasso medio sui depositi presso la Banca Centrale (Deposit Facility Rate o DFR), calcolato dalla data di emissione sino al 22 novembre 2022, mentre a partire dal 23 novembre 2022 il tasso applicato risulta pari al DFR medio in vigore da tale data fino a scadenza. COMUNICATO STAMPA 4 Le commissioni nette al 31 dicembre 2023, pari a 1.322 mln di euro, evidenziano una flessione rispetto a quelle consuntivate nell’anno precedente (-3,1%) riconducibile soprattutto ai proventi sulla gestione del risparmio (-3,7%). A questo riguardo, i maggiori proventi sul risparmio amministrato, in ragione del rinnovato interesse da parte della clientela per gli investimenti a tasso fisso (principalmente titoli di stato), hanno parzialmente bilanciato le minori commissioni sul risparmio gestito. In lieve riduzione le commissioni da servizi bancari tradizionali (-0,9%) a seguito della flessione sul comparto delle carte e pagamenti; stabile il contributo dei proventi sul credito.