Siena: domani 7 marzo  all’Accademia dei Fisiocritici si parla di  due innovatori fra Sei- e Settecento, uno scienziato e una pittrice,Isaac Newton e Rosalba Carriera. Dalla teoria dei colori alla pittura veneta del Settecento

La scoperta di un ritratto senza nome e senza autore e l’intuizione di una studiosa. Da qui nasce l’iniziativa “Isaac Newton e Rosalba Carriera: dalla teoria dei colori alla pittura veneta del Settecento” che si svolgerà all’Accademia dei Fisiocritici il 7 marzo alle ore 17.A parlare dell’influenza delle teorie ottiche newtoniane sulla pittura a pastello, di un uomo e una donna vissuti a cavallo fra Seicento e Settecento che, in ambiti diversi, furono entrambi artefici di grandi innovazioni saranno Bernardina Sani, storica dell’arte già docente all’Università di Siena e il fisico Emilio Mariotti, docente nello stesso ateneo, moderati dal fisiocritico Vincenzo Millucci. Possibile partecipare in presenza nel rispetto delle vigenti normative Covid-19 oppure on line attraverso la diretta YouTube sul canale Accademia Fisiocritici Siena. L’argomento della conferenza nasce da un ritrovamento e da una scoperta. “In una collezione privata di Barcellona – dichiara la professoressa Sani esperta di pittura a pastello – ho trovato un ritratto senza nome che ho potuto identificare in Newton e ho scoperto che era stata una donna a realizzarlo, la miniaturista e ritrattista veneziana Rosalba Carriera vissuta fra il 1673 e il 1757, un’artista che rinnovò la pittura a pastello adottando metodi che prevedevano l’uso dell’immagine riflessa da uno specchio”.“Newton, nato nel 1643 e morto nel 1727 – afferma il prof. Mariotti – era un genio assoluto, un pessimo didatta, un accanito polemista. Si occupò di matematica, fisica, ottica, meccanica, astronomia e in tutti i campi giunse a risultati nuovi e importanti. Con lui la teoria dei colori diventa scienza: fu il primo che nel 1676 dimostrò, con l’uso di un prisma, che la luce bianca si scompone nei sette colori dello spettro”.