Siena : scoperta una specie sconosciuta alla scienza nella serra del MUSE a Trento, è Barkeriellamuseensis, una lumachina di 2 centimetri

Chi ha detto che specie nuove alla scienza vengono scoperte solo in luoghi remoti del pianeta? Nella serra tropicale del MUSE – Museo delle Scienze di Trento, durante alcuni campionamenti scientifici, è stata trovata e descritta per la prima voltaBarkeriellamuseensis, una lumachina di due centimetri appartenente a una famiglia di molluschi terrestri, i Rathouisiidae, poco diffusa e studiata, presente dall’Asia orientale fino all’Australia. Non credevano ai loro occhi le ricercatrici e i ricercatori dell’Università di Siena e del Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici durante uno dei campionamenti presso la serra tropicale del MUSE di Trento: nel setaccio, tra il terriccio e le piante della serra tropicale, ha fatto capolino una piccola lumaca lunga circa due centimetri appartenente alla famiglia dei Rathouisiidae .Grazie alla successiva analisi morfologica e molecolare condotta in collaborazione con l’Università di Poznań, in Polonia, è stato possibile determinare che quel piccolo invertebrato apparteneva ad una specie sconosciuta alla scienza. La nuova lumachina è stata quindi descritta in un articolo scientifico sulla rivista Zoological Journal of the Linnean Society, prendendo il nome Barkeriellamuseensis, in onore del malacologo neozelandese Gary Barker, e del MUSE di Trento, luogo della scoperta. Il suo areale di origine rimane ancora un mistero, non essendo conosciuta in natura, ma potrebbe collocarsi in Asia orientale o in Australia visto che la famiglia a cui appartiene è diffusa in quelle aree. Ma incerta è anche la modalità con cui la lumachina è arrivata nel capoluogo trentino: probabilmente in seguito al trasporto di terriccio o di piante esotiche nella serra tropicale del museo. La scoperta è avvenuta nell’ambito di un progetto di ricerca sulle specie aliene condotta dall’Università di Siena e dal Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici, in collaborazione con l’Università di Poznań, in Polonia, e il National Biodiversity Future Center(NBFC) nell’ambito del PNRR. Il progetto è coordinato da Giuseppe Manganelli e Folco Giusti dell’ateneo senese, tra i pochi ricercatori italiani che si occupano prevalentemente di molluschi terrestri .“Il MUSE – spiega Debora Barbato, ricercatrice dell’Università di Siena/NBFC– è una delle aree di studio che assieme ad altri orti botanici e musei scientifici dotati di serre e giardini stiamo indagando in cerca di xenodiversità, quella componente della biodiversità costituita da organismi alieni, cioè non originari del territorio indagato. Il nostro settore di ricerca è quello dei molluschi terrestri e di acqua dolce, che comprende specie spesso introdotte in maniera del tutto accidentale con il trasporto di terriccio o di piante esotiche. Solitamente per trovare esemplari utilizziamo i classici metodi di campionamento usati per la fauna del suolo, ossia ricerca visiva, raccolta di terriccio e lettiera da esaminare in laboratorio”.  Andrea Benocci, conservatore del Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici, descrive così la scoperta di Barkeriellamuseensis: “Sia a Trento che in altre città d’Italia abbiamo trovato numerose specie aliene, alcune delle quali mai segnalate prima in Europa. Ma al MUSE, in particolare, abbiamo scoperto questa lumachina tropicale, finora sconosciuta alla scienza: un ritrovamento abbastanza eccezionale. Una delle particolarità è che l’apparato riproduttore di questa specie è dotato di tre diversi condotti (ciascuno dei quali si apre indipendentemente) preposti allo scambio dei gameti: una condizione finora mai osservata nei molluschi terrestri, che generalmente ne hanno due”.