Toscana : alzheimer, malattia anche sociale. Assessori Bezzini e Spinelli: ‘ regione al lavoro su misure dedicate ma le risorse sono insufficienti’

Alzheimer e demenza sono una priorità di salute pubblica: lo sono ancora di più in Toscana, dove la  popolazione anziana, già più numerosa che altrove, è in aumento. Su 3 milioni e 700 mila abitanti, 950 mila toscani hanno più di 65 anni. Si tratta del 26 per cento della popolazione e tra questi in 85 mila, l’8 per cento, sono affetti da forme di demenza: sei su dieci da Alzheimer.
Se n’è parlato stamani, a Firenze, nel corso del primo convegno regionale dei Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, organizzato da Regione Toscana in collaborazione con Aima (Associazione italiana malattia di Alzheimer) e con il coinvolgimento delle aziende sanitarie toscane. “Con il nuovo piano regionale per la non autosufficienza la Regione  – sottolinea l’assessora alle politiche sociali della Toscana, Serena Spinelli – conferma un’attenzione specifica riguardo a situazioni complesse e che necessitano di risposte dedicate, sia dal punto di vista residenziale che dei centri diurni e di tutti quei servizi che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone”.
“Si tratta di un percorso  – evidenzia in un messaggio l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, assente per impegni istituzionali – che la Regione Toscana ha saputo anticipare e interpretare con metodi e linguaggi innovativi, frutto della cultura e del pensiero socio assistenziale del sistema sanitario toscano e che si esprime nell’importante lavoro dei professionisti e delle professioniste impegnate in questo ambito”.“L’Alzheimer e le demenze  – aggiunge Spinelli – sono una patologia con profondi risvolti sociali, che ha ripercussioni pesanti non solo sulla persona che ne è affetta, ma anche sui familiari e le persone vicine. Per questo serve una presa in cura complessiva, un approccio multidisciplinare e un progetto personalizzato che tenga insieme gli aspetti sanitari e sociali, coinvolgendo a pieno le famiglie, grazie a un sistema di servizi unitario e radicato sul territorio”.La Toscana è stata tra le prime regioni a promuovere percorsi sperimentali rivolti alle persone affette da demenza e disturbi cognitivi per umanizzare la malattia e abbattere le barriere tra la malattia stessa e tutto ciò che le sta intorno, – ambiente, società e contesto – promuovendo esperienze innovative che si nutrono del significato di parole come cura, cultura e persona.  Lo ricorda di nuovo l’assessore Bezzini.  “Abbattere le barriere – dice- significa anche lavorare sulla formazione e l’ascolto, collaborando con gli specialisti e i familiari delle persone affette da questa patologia costruendo strategie comuni per migliorare la qualità della vita dei pazienti stessi e di chi gli sta accanto. Una sfida che la Toscana ha saputo cogliere attivando negli anni importanti progetti”.Alzheimer e demenze hanno bisogno di una adeguata programmazione della rete dei servizi specialistici e diagnostico–terapeutici, di assistenza domiciliare e semiresidenziale e residenziale quali i centri diurni e i moduli dedicati all’interno delle Rsa. Ruolo fondamentale nel percorso di presa in carico è ricoperto dai Centri per i disturbi cognitivi e le demenze. In Toscana ce ne sono quarantasette, di cui sette fanno capo alle aziende ospedaliero-universitarie: si tratta di strutture cliniche focalizzate sulla prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle diverse forme di demenza. Tutto questo ha bisogno di risorse dedicate. Il fondo nazionale per l’Alzheimer e le demenze è però a rischio. “Anche oggi abbiamo rinnovato l’appello al Governo – spiega l’assessora Spinelli – rispetto alla necessità di procedere con il rifinanziamento e l’auspicio che il fondo venga anche incrementato, dato che quanto stanziato per le regioni, in Toscana circa 850mila euro, è purtroppo ampiamente insufficiente”.