Toscana: Consiglieri regionali Veneri e Petrucci (Fdi), “assurdo che cittadini, per far sentire la loro voce, siano costretti a venire ad incatenarsi sotto la sede del Consiglio regionale”

“Abbiamo dato la nostra solidarietà ai comitati di cittadini che si battono per la difesa degli ospedali del Casentino, Massa Marittima e Volterra. Troviamo assurdo che cittadini siano costretti a partire dalle loro abitazioni e venire ad incatenarsi sotto la sede del Consiglio regionale soltanto per poter far sentire la propria voce. Il problema irrisolto per eccellenza deriva dalla creazione della ‘Aslona’, sul modello ideato dal duo Rossi-Saccardi, che ha trasformato il mondo della sanità in un mondo della non sanità, tanto che sono aumentati i costi e diminuiti i servizi. Tutti gli ospedali hanno avuto una riduzione in termini di organici e servizi. Invece, i servizi essenziali della sanità devono essere garantiti in città quanto nelle zone montane e periferiche, dal pronto soccorso, alla medicina generale, alla pediatria, alla cardiologia, alla rianimazione. Ci batteremo per tornare alle Usl, le unità sanitarie locali, non all’azienda sanitaria. Vogliamo una sanità più vicina ai cittadini e ai territori”, dichiarano i Consiglieie regionali Gabriele Veneri e Diego Petrucci,  firmatari di un’interrogazione di Fratelli d’Italia per sapere quanti e quali reparti di medicina sono al momento attivi negli ospedali dell’Asl Toscana Sud-Est e gli organici disponibili. Tutti gli ospedali dell’Asl presentano identici problemi di tagli e disservizi. “Serve una presa di coscienza immediata da parte della Regione Toscana per non svuotare l’ospedale del Casentino di funzionalità e operatività, i presidi periferici sono punto di riferimento per un territorio vasto e la cui importanza è stata evidenziata anche in questa fase pandemica. La carenza di personale, che si protrae da troppo tempo, da problema si è trasformata in emergenza. Questa carenza porta pesanti ricadute sui cittadini vedi l’intasamento dei pronto soccorso e l’allungarsi delle liste di attesa” , concludono.