Toscana : Università straniere in Italia ; consigliera regionale Rosignoli (Pd), «serve un sostegno concreto per il settore e per il corpo docente. Si tratta di circa 10mila docenti inquadrati come dipendenti e liberi professionisti e che a causa del loro inquadramento contrattuale atipico sono rimasti finora esclusi dai ristori. Un settore strategico, che alimenta un indotto importante”

«Sia le università americane presenti in Italia che le scuole di lingua e cultura italiana hanno subito una grave crisi a causa della situazione pandemica internazionale. Molte sedi di Università americane sono state costrette a interrompere l’attività già nei primi mesi del 2020 e le prospettive di riapertura dei corsi sembrano slittare di settimana in settimana fino a sfiorare il 2022. Si tratta di un settore strategico, che alimenta un indotto importante, al momento completamente bloccato ma che negli anni ha portato moltissimi giovani americani a soggiornare per lunghi periodi nelle città italiane e toscane. Le misure del Governo per sostenere le attività costrette ad uno stop a causa delle misure anti-Covid non hanno tenuto conto in modo adeguato di questo settore che nel nostro paese interessa circa 10mila docenti inquadrati come dipendenti e liberi professionisti e che a causa del loro inquadramento contrattuale atipico sono rimasti finora esclusi dai ristori previsti dal Governo». La consigliera regionale del Pd Elena Rosignoli lancia l’allarme sul settore dell’International education e spiega la risoluzione approvata dal Consiglio regionale su proposta unanime della Quinta Commissione Istruzione e Formazione di cui è componente. «Si tratta di un settore che diffonde la conoscenza della lingua e della cultura italiana all’estero e promuove l’immagine della Toscana rappresentando anche un volano economico per i servizi che sono connessi alla presenza degli studenti nel nostro territorio – aggiunge la consigliera dem – . E’ necessario un intervento del Governo per attivare un sostegno concreto ai docenti delle università americane in Italia e, più in generale, al settore delle scuole di lingua e cultura italiana, viste le ingenti perdite di fatturato subite da fine febbraio ad oggi, al fine di evitare un vero e proprio collasso di tutto il comparto strategico per la formazione linguistica in Italia e per il turismo di molte città d’arte, anche in Toscana. La Regione, che beneficia in maniera importante di questa presenza, si farà carico di rappresentare al Governo e al Parlamento il problema dell’International education».