Tredicesimo appuntamento con i canti del Paradiso della Divina Commedia “rivisitata” dal poeta Piero Strocchi
178 (CANTO N. 32 DEL PARADISO)
(SAN BERNARDO CONTEMPLANTE; LA LINEA ORIZZONTALE DELLA ROSA CELESTE; CIRCONCISIONE; IL SOMMO POETA SI DISPONE ALLA VISIONE DI DIO, CHE LO PORTERÀ A FISSARE – FIGGERE – CON LUI IL SUO SGUARDO, SÌ DA CONCLUDERE IL SUO VIAGGIO)
Luogo – (Nel Decimo Cielo o Empireo);
Personaggio – (San Bernardo da Chiaravalle);
Presenze – (I Beati adulti; I Beati fanciulli; Gli Angeli);
Argomenti – (San Bernardo contemplante; La linea orizzontale della Rosa Celeste; Circoncisione; Il sommo poeta si dispone alla visione di Dio, che lo porterà a fissare – figgere – con Lui il suo sguardo, sì da concludere il suo viaggio).
Della Vergine Maria, parve effettivamente
Ricondurmi al pensiero del percorso sin qui da me svolto,
Lungo e breve allo stesso momento.
Dove la ragione, di cui Virgilio fu consapevole depositario,
Nel giardino terrestre cedette la mano alla sapienza cristiana di Beatrice, che mi avrebbe permesso di acquisire quel sapere teologico e planetario,
Che mi era in parte ignoto, e che mi avrebbe meglio orientato, ormai al volger della metà della mia intensa via,
Verso l’elaborazione di una ignota ed inconsapevole capacità visiva, dopo aver lasciato giusto spazio all’immaginazione mia.
Ora San Bernardo mi avrebbe fatto la mappatura dell’Empireo, un Anfiteatro
In due emicicli suddiviso, peraltro:
L’uno alla sinistra della Maria Vergine, il seggio più elevato di quell’Anfiteatro, la regina assoluta di quel luogo, ch’era seduta naturalmente sul seggio più illuminato,
Dai Beati dell’Antico Testamento, quell’emiciclo essendo stato interamente occupato.
L’altro emiciclo, alla destra di Maria, aveva invece pochi spazi liberi che ben presto si sarebbero riempiti,
Perché molti ritenendo prossimo il Giudizio Universale, anche gli ultimi Beati in quell’emiciclo, lì si sarebbero presto ritrovati.
San Bernardo mi avrebbe ancora ripetuto che la Vergine Maria era assisa sullo scanno più alto di tutti,
Mentre San Giovanni Battista era l’occupante del seggio a Lei contrapposto, anche lui trovandosi al di sopra di ogni altro del suo emiciclo; e lì tutti i Beati ormai erano anime luminose, senza più difetti.
Alla destra della Vergine Maria stavano assisi Adamo e San Pietro, ed alla sua sinistra sia Mosè – che guidò il popolo ebraico alla liberazione della propria schiavitù dall’Egitto – che San Giovanni Evangelista, l’Apostolo prediletto di Gesù, l’autore del Libro sull’Apocalisse.
Ai piedi di Maria stavano invece Eva ed alcune donne ebree del Vecchio Testamento:
Parimenti ai piedi di San Giovanni Battista si trovavano San Francesco, San Benedetto, Sant’Agostino ed altri Santi ideatori delle “Regole monastiche”; che si andavano a contrapporre alla corrispondente linea femminile che stava dirimpetto a loro.
Eva che fu, come sappiamo, la causa del peccato originale che la nascita di Cristo fortunatamente ha redento,
Era contrapposta ad Adamo, a lei vicino, però nel seggio dalla parte opposta, che gli era stato dato in assegnamento.
Frontali rispetto Adamo e San Pietro, stavano anche Santa Lucia a cui tanto devoto sono per i motivi di cui abbiamo già parlato, e che ben sapete,
E Sant’Anna la mamma di Maria, che il grande amore per sua figlia sempre ripete.
179 (La linea orizzontale della Rosa Celeste)
Una linea orizzontale – mi spiegò San Bernardo – divideva quella rosa in due parti, esattamente a metà, sì da poter parlare di una sua parte “alta”, ed una “bassa”
Al di sopra della linea orizzontale i Beati che chiamerò “adulti”, mentre al di sotto le anime beate dei fanciulli morti prematuramente, che alla beatitudine avevano avuto accesso grazie ai meriti acquisiti dei propri genitori, e non perché la vita li avesse assoggettati a quell’iniqua “tassa”.
Era insorta, già nel momento in cui stavo componendo la mia “Comedia” la diatriba sul fatto che la parte più alta della “rosa” fosse piena di Beati che in misura più consistente godessero della grazia e della luce divina,
A svantaggio della beatitudine di coloro che invece stavano nella parte inferiore della “rosa”, una parte che appare meno luminosa e meno amena.
Cosa però che non risulta ben definita,
Anche perché l’apparente ingiustizia a danno delle anime beate dei fanciulli, che stazionano più in basso, resta comunque cosa incognita;
Anche se San Bernardo mi ricordò ancora una volta, che il giudizio divino, reca in sé molti tratti imperscrutabili,
Dal momento che assegna all’anima dei Beati fanciulli, un differente livello di grazia, per motivi scarsamente comprensibili.
Stessa ingiustizia, se vogliamo, potrebbe riscontrarsi nel caso dei bimbi morti prima di esser battezzati,
Perché in tal caso soltanto al Limbo, essi sarebbero potuti esser destinati …
E ancora sui bimbi San Bernardo mi precisò che essi nelle prime due età del mondo, cioè dal tempo di Adamo al tempo del Profeta Abramo
Se morti precocemente, si sarebbero potuti salvare dalle pene dell’Inferno soltanto grazie alla fede dei loro genitori, in un Cristo prossimo venturo.
Mentre nel periodo successivo, cioè da Abramo sino all’Avvento di Cristo, per la salvezza dei bambini morti precocemente, dalle pene dell’inferno, alla fede dei loro genitori si sarebbe dovuta aggiungere anche la pratica della circoncisione.
180 (Circoncisione)
Mi corre obbligo fornire qualche chiarimento sulla natura e sul significato della circoncisione.
Non dimentichiamo che Dio strinse col Profeta Abramo – antenato degli Ebrei e degli Arabi, che la Genesi colloca nel II° Millennio a.C. – una duratura alleanza: Dio avrebbe reso particolarmente fecondo sia Abramo – che già era molto vecchio d’età – che i suoi discendenti, sì da creare tanti popoli simili tra loro perché accumunati dalla Fede cristiana.
Per generazioni e generazioni il grande popolo Abramita sarebbe sopravvissuto, mantenendo una costante discendenza;
Dio altresì donò a quei popoli le terre di Israele, Siria, Palestina e Libano, dove essi avrebbero potuto vivere con gioia e dedizione, e senza motivo per sollevare alcun reclamo,
Però riconoscendo alla circoncisione il tangibile significato di quell’eterna comunione tra Dio e i discendenti di Abramo.
L’asportazione di quel lembo di pelle che ricopre il prepuzio sarebbe stata la prova tangibile della fede che Abramo manifestò verso Dio,
Infatti il Profeta si circoncise che aveva ormai 99 anni,
E che da lui in poi, all’età di 8 giorni circa di vita, tutti i maschi, primogeniti e non, sarebbero stati segnati sul pene dall’asportazione di quel piccolo lembo di pelle.
Un segno di appartenenza, quel battesimo chiamato appunto imperfetto, però una scelta manifesta e non più ripristinabile,
Comune a tutti i Cristiani, ma anche agli Ebrei ed ai Mussulmani, una costola degli Abramiti sorta dagli eredi di Ismaele, il primogenito che Abramo ebbe da Agar una sua schiava, abbandonata dopo la nascita di Isacco che Abramo ebbe per miracolo divino dalla moglie Sara.
Per i contrasti insorti tra Sara ed Agar, Abramo fu però costretto ad abbandonare Ismaele e la madre nel deserto.
Ma quando oh mio lettore, ti appresterai a leggere queste mie parole, probabilmente quella tradizione non sarà più in uso tra i Cristiani
Il taglio del prepuzio essendo stato sostituito dal battesimo con le acque, che qualcuno arditamente avrebbe anche osato definire “la circoncisione del proprio cuore”.
Con il sacramento del battesimo vengono infuse al battezzato le tre Virtù teologali: fede, speranza e carità.
Immutato resterà, il significato simbolico del battesimo, quale cemento unificatore dei popoli, come lo era stato anche quel simbolico taglio.
181 (Il sommo poeta si dispone alla visione di Dio, che lo porterà a fissare – figgere – con Lui il suo sguardo, sì da concludere il suo viaggio)
“Sommo Poeta, disponiti alla visione del Cristo – mi disse San Bernardo –
Prestando a Maria il tuo sguardo”,
Mentre l’Arcangelo Gabriele spiegò le sue ali davanti a Lei, celebrando le sue lodi,
E cantando “Ave Maria piena di grazia”.
“Rispuose a la divina cantilena da tutte parti la beata corte, sì ch’ogne vista sen fé più serena …”
Erano diventati più luminosi sia i Beati che gli Angeli.
La mia mente venne attraversata dal pensiero che era diversa l’età dei Beati, perché essi mostravano il loro aspetto al momento della morte.
Ero ben consapevole che mi occorresse l’intercessione di Maria, per arrivare finalmente a “figgere” lo sguardo di Dio e capire l’essenza stessa dell’Universo.
Ed a pro di ciò, San Bernardo nel frattempo aveva iniziato la sua orazione alla Vergine Maria,
Proprio per creare le giuste condizioni a che io potessi a pieno attraversare quell’esperienza mistica finale.
182 (CANTO N. 33 DEL PARADISO)
(SAN BERNARDO E LA SUA PREGHIERA ALLA VERGINE MADRE; DANTE ARRIVA AD OSSERVARE DIO PER INTERCESSIONE DELLA VERGINE MADRE; DANTE VEDE LA SANTISSIMA TRINITÀ; DANTE RIESCE A FIGGERE IL SUO SGUARDO CON QUELLO DI DIO)
Luogo – (Nel Decimo Cielo o Empireo);
Personaggio – (San Bernardo da Chiaravalle; La Vergine Maria; Dio; La Santissima Trinità);
Presenze – (I Beati adulti; I Beati fanciulli; Gli Angeli);
Argomenti – (San Bernardo e la sua preghiera alla Vergine Madre; Dante arriva ad osservare Dio per intercessione della Vergine Madre; Dante vede la Santissima Trinità; Dante riesce a figgere il suo sguardo con quello di Dio).
San Bernardo rivolse alla Vergine Madre una preghiera particolare,
Perché Ella intercedesse in mio favore
Rendendomi possibile il godere la più profonda visione del Creatore.
Proprio Lei che nobilitò l’intera umanità,
Tanto che il Padre Eterno concesse il suo divenir uomo, con un gesto colmo di generosità,
Per affrancarla del tutto dal peccato originale.
“Tutti hanno necessità del tuo ausilio – così si esprimeva in preghiera San Bernardo – oh Vergine Madre dallo sguardo celeste,
Che concedi agli uomini le tue intercessioni ancor prima che ti vengano richieste.
Intervieni ed intercedi ora per Dante che ha visitato la disperazione dell’Inferno e la speranza del Purgatorio, affinché possa elevare in alto il suo sguardo
A che gli sia concessa la visione di Dio, a cui si avvicinerà con il dovuto riguardo,
E aiutalo anche nel suo ritorno sulla Terra, affinché di quell’emozione
Che presto proverà, gli possa restar sana ogni inclinazione,
E che sappia mantenersi lontano dal peccato,
Come ti sta implorando Beatrice, insieme agli altri Beati, chiedendoti che da esso si mantenga distaccato”.
183 (Dante arriva ad osservare Dio per intercessione della Vergine Madre)
Al termine dell’orazione di San Bernardo, la Vergine Maria lo fissò negli occhi, in segno di benevolenza,
Per poi volgere il suo sguardo verso Dio che lo accolse con la consueta sua corrispondenza.
Il mio desiderio era giunto al culmine ed ormai non più lo dominavo:
San Bernardo mi si rivolse con un cenno della testa che intesi significar che Iddio guardar dovevo,
Cioè l’unica “… luce che da sé è vera”
Mentre ogni altra di essa è figlia e da essa deriva.
Eccomi, avevo superato ogni barriera visiva umana,
E per descriver quel che stavo osservando, ogni scrittura sarebbe risultata vana;
Parimenti la memoria parea in ostaggio,
Neanche riuscendo a misurare l’entità di quel suo svantaggio.
Ai miei stessi occhi mi parvi colui che al risveglio, memore del sogno dalla mente attraversato,
Si rende conto che molti particolari aveva già dimenticato.
Nella mia mente quella visione di Dio si era affievolita, come si fosse trattato di neve che al sole docilmente si scioglieva,
O dei responsi di Deifobe, la Sibilla Cumana che scriveva il futuro sulle foglie che poi il vento disperdeva:
Però il mio cuore quella esaltazione avrebbe per sempre ricordato.
Poi fui io stesso a chiedere a Dio il suo sostegno,
Ed a fornirmi lo strumento per mantener memoria del mio oneroso impegno
Che avrei assunto nel narrare agli uomini quella celestiale visione
Sentivo che mi occorreva uno strumento per favorirne la diffusione.
Certo, più osservavo quel divino splendore,
Più percepivo che la mia stessa vista ne stesse ricevendo notevole vigore.
Restai fortemente attratto da quella luce
E mi resi conto che a raggiunger la desiderata congiunzione, dalla divina volontà ero stato reso ormai capace.
Nel contempo sentivo anche consumarsi ogni mia residua facoltà visiva.
184 (Dante riesce a figgere il suo sguardo con quello di Dio)
Figgendo il mio sguardo a quello di Dio mi resi conto
Ch’Egli manteneva a sé, riunite nel suo amore, tante cose che io con la mia vista umana vedevo tra loro invece separate,
Secondo la logica di un libro rilegato che riporta al proprio interno concetti diversi e considerazioni utili, che appaiono tra loro del tutte collegate.
Ciò che invece vedevo io col mio sguardo umano, era un insieme di oggetti divisi e sparpagliati,
Che ovunque se ne andavano, come un mucchio di fogli appoggiati senza un fermo lì sul tavolo, che se apri la finestra vengono dal vento allontanati.
Fissai il mio sguardo, in quel momento, su un grande nodo che a me parea tener tra loro le cose collegate,
Oppure mi sbagliavo perché si trattava di una fantasia visto che a descriver quella visione non trovavo parole adatte e dedicate?
“Così la mente mia, tutta sospesa,
Mirava fissa, immobile e attenta,
E sempre di mirar faceasi accesa”.
Ero sì assorto in quello sguardo
Che se solo un momento me ne fossi distaccato, sarebbe ancor di più aumentato il mio desiderio al suo riguardo!!!
Era la felicità che io provavo in quel momento
A manifestare l’intensità di quell’evento.
Pari mi sentivo ad un infante “che bagni ancor la lingua a la mammella”
E balbettante come quella di un infante, parea esser anche la mia favella …
185 (Dante scorge la Santissima Trinità e poi il volto umano di Cristo)
Nel più profondo della luce divina
Mi parve anche di scorgere tre cerchi
Ognun dall’altro autonomo, tra loro pur di pari dimensione, ma ognuno par comunque che gli altri ricerchi:
Il secondo era il riflesso del primo, da cui scaturiva,
Mentre il terzo degli altri due conseguente appariva.
Tra loro erano diversi di colore, pur se nessun sull’altro nettamente domina.
Era la raffigurazione della Trinità:
Il primo cerchio rappresentava il Padre, in verità,
Il secondo cerchio rappresentava il Figlio generato dal Padre,
Ed il terzo Cerchio lo Spirito Santo che derivava dagli altri due cerchi, tal che parea mantenere forme leggiadre.
Ero immerso in quella incomprensibile rivelazione,
Del tutto immobile, senza riuscire a pronunciar parola, travolto da quella trina emozione …
Ad un tratto mi apparve, all’interno del secondo cerchio, il volto umano di Cristo,
E nel contemplare quell’immagine con incognito rapimento, ritenni che lì mi fossi soffermato più del previsto.
Mi accorsi che riuscivo a “leggere” quella fusione per me sconosciuta, tra la natura umana e quella divina,
Dio avendo fornito, a me unico tra i mortali, il privilegio di poter comprendere quella soprannaturale e misteriosa verità, beneficio esclusivo di chi, al Divino così tanto s’avvicina!!!
La mia fantasia tanto si così elevata
Che la forza mi venne sempre meno;
Ma già il mio desiderio e la mia volontà
Erano mossi, come si muove una ruota che gira nel suo sistema,
Da Dio, che imprime pari movimento al sole ed alle altre stelle.
“A l’alta fantasia qui mancò possa;
Ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
Sì come rota ch’igualmente è mossa,
L’amor che move il sole e l’altre stelle”.