A Cetona due appuntamenti di arte e cultura con la presentazione del libro “Amici e Nemici” dello storico e scrittore Massimo Terni e l’inaugurazione della mostra fotografica “In principio fu l’incanto” della regista e art director Mimma Nocelli

Di Gilda Faleri

Sala della Santissima Annunziata a Cetona gremita di persone per la presentazione del libro “Amici e Nemici” di Massimo Terni. Un’intervista all’autore approfondita che ha esplorato molti aspetti personali, che si ritrovano all’interno del libro, condotta dalla giornalista e scrittrice Lorenza Foschini. Storico e professore universitario, negli ultimi anni, Massimo Terni si è dedicato alla scrittura di racconti autobiografici, raccogliendoli in tre libri. L’ultimo “Amici e Nemici. A loro devo quello che sono”, edito da Gingko Edizioni, è un elogio dell’amicizia attraverso la narrazione di episodi di vita vissuta in giro per il mondo. L’intento è quello di parlare di storia in maniera più efficace: raccontando il privato. Tanti i personaggi, soprattutto degli anni Sessanta, da lui conosciuti e raccontati nelle pagine del libro. “Attraverso il racconto e una scrittura efficace si può dare al privato un interesse di tipo storico. Vale a dire che narrando le proprie vite si può fare storia. È un punto di vista personale, ma credo che le nostre vite possano essere un pezzo di storia dell’epoca in cui viviamo”, così Massimo Terni parla del messaggio e del punto di vista dal quale è iniziato il suo viaggio introspettivo che l’ha portato a scrivere la sua storia.Dopo la presentazione è stata inaugurata la mostra fotografica della regista, sceneggiatrice e art director Mimma Nocelli (foto) , “In principio fu l’incanto”, presso la galleria Impression Arte Libri di Rita Polizzi. Lavorando in Rai, Mimma Nocelli ha scoperto la magia e la bellezza del Kenya durante la realizzazione di un documentario e si è innamorata del luogo, tanto da tornare molte volte negli anni, trascorrendoci anche il lockdown.Mimma Nocelli spiega il titolo che ha dato a questa mostra: “È stato un innamoramento istantaneo con l’Africa. Quando ho girato un documentario per Rai Uno, che si chiamava ‘Viva Africa’, ho cercato di raccontare un’Africa viva, appunto, non il solito continente teatro di carestie e guerre; per ogni puntata avevo trovato un tema: una volta il cinema, una volta la musica ecc. Era proprio una voglia di riscatto di raccontare l’Africa, sono stata in giro sei mesi con la troupe anche in luoghi inaccessibili. Qualcosa di avventuroso e originale e così ci fu l’incanto.”.Le foto sono, invece, state scattate in un secondo momento:“Nel frattempo l’incantesimo subisce alti e bassi perché l’Africa ti porta il conto, ma durante il lockdown, ho deciso che era il posto dove volevo stare, nonostante tutti mi scoraggiassero, perché lì non c’era alcun tipo di assistenza sanitaria. Avendo già un impegno lavorativo, sono voluta partire, anche rischiando, e stando in Kenya ho cominciato a fare queste foto, si è riperpetuato l’incanto ed è rinato l’innamoramento con l’Africa. Sono rimasta prima sei mesi e da allora non ho mai smesso di fare avanti e indietro”, spiega l’autrice delle foto che è riuscita attraverso gli scatti a dare una prospettiva diversa e inedita, immortalando volti, espressioni e quotidianità di un luogo tanto difficile, quanto affascinante.La mostra fotografica rimarrà aperta fino al 30 giugno.