Arezzo: sabato 15 ottobre a ‘Sottofondo Studio’ inaugurazione della mostra d’arte contemporanea “Ombre bianche”, la personale di Benedetta Giampaoli

La luce come protagonista. E’ questo lo spunto centrale della mostra personale di Benedetta Giampaoli, “OMBRE BIANCHE” di cui Sottofondo Studio di Arezzo è lieto di annunciare la prossima apertura in città. La personale verrà infatti inaugura il 15 ottobre presso gli spazi in Via Garibaldi 136°, il centro dove opera da qualche anno l’equipe di artisti e curatori aretini, Bernardo Tirabosco, Elena Castiglia e Jacopo Naccarato, con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea ad Arezzo.Si tratta di una mostra nella quale l’artista Benedetta Giampaoli fa emergere la luce come protagonista comune dei suoi lavori, grazie ai suoi modi di mascherarla, ridurla e stravolgerla in funzione di elementi visivi di forte impatto, notturni si alternano a pastose scene che sembrano di altri mondi/tempi. Mostra che è frutto dell’esito dell’open call2022, che ha coinvolto una giuria d’eccezione oltre al team di sottofondo: l’artista Giulia Cenci, la curatrice Caterina Molteni, il gallerista Francesco Lecci e il collezionista Marco Martini. La selezione è stata fatta su quasi duecento portfolio ricevuti da artisti emergenti. “OMBRE BIANCHE” è la prima occasione espositiva personale di Benedetta Giampaoli, giovane artista marchigiana che esprime la complessità del suo immaginario attraverso la pittura e la grafica d’arte.  Più nuclei di opere composti da dipinti ad olio e monotipi si distribuiscono nello spazio come elementi di un puzzle non perfettamente sagomati che cercano di costruire un’immagine più grande, mantenendo zone di apertura. Questa storia a tratti interrotta lascia spazio alla lettura e alla composizione libera portando a cercare indizi nei dettagli. L’aspetto vibrante dei suoi lavori è dato da cromie contrastanti, da pennellate distinguibili nella tela e segni nei monotipi che raccontano di mondi onirici, costruendo scene al confine tra il sogno e la cruda realtà. Centrale è infatti la serie Thaumàzein GLI USTIONATI, il cui titolo rimanda all’originale significato di trauma. Con antichi riferimenti al sogno, il trauma è anche generatore di meraviglia e indagine, concepito nella storia come origine di ogni ricerca, della filosofia stessa.Le opere della serie sono finestre su scene di metamorfosi in cui il fuoco vive e agisce, bende e ferite emergono da sfondi inquietanti. I soggetti dei dipinti sono simbolici di un qualcosa che attinge alla storia ma attraverso un filtro molto personale dell’artista.