Castiglione d’Orcia:  Sindaco Claudio Galletti  su  area Bollore ex Amiata Marmi a Bagni San Filippo, “violazioni ripetute e illeciti su un’area privata non sicura. Curioso se ne chieda cambio destinazione d’uso. Già in strumenti urbanistici”

“È davvero curioso che dopo decenni che il Comune ha fatto questa scelta urbanistica, riconfermata nello strumento urbanistico del 2012 e nel piano particolareggiato del 2016, con valenza decennale ed approvato da tutti gli enti sovraordinati, nonché da tutte le associazioni ambientaliste riconosciute, oltre che condiviso nelle  assemblee sul territorio con i cittadini ed in particolare con quelli di Bagni San Filippo, si promuova una petizione, chiedendo ai cittadini di firmarla,  per sostenere  un  cambio di destinazione urbanistica dell’area – turistico ricettiva – assecondando di fatto quei  gruppi di cittadini che hanno commesso abusi e reati e violato una proprietà privata”. Lo sottolinea Claudio Galletti, sindaco di Castiglione d’Orcia a proposito dell’area ex Amiata Marmi, zona Bollore in località Bagni San Filippo. “Ribadiamo con forza che l’area interessata non è quella del Fosso Bianco e della Balena Bianca, da tanti anni fruibile e frequentata nel centro del paese di Bagni San Filippo, che era e rimane aperta a tutti. L’area in questione ex Amiata Marmi- Bollore, è un’area industriale dismessa, in mano al Tribunale di Siena che ha nominato un curatore fallimentare che sovrintende sulla stessa” aggiunge ancora il primo cittadino.“Attraverso i lavori programmati dal curatore fallimentare, in quell’area nei giorni scorsi, è stata ripristinata la recinzione metallica dell’area, per far rispettare la legalità e impedirne l’accesso, per garantire anche la sicurezza dei cittadini. In alcuni tratti la recinzione, infatti, era stata già tagliata e divelta. Si deve sapere che chi ha fatto questo ha commesso infrazioni e reati. Il curatore fallimentare in accordo con il tribunale, molto opportunamente, ha già sporto denuncia contro ignoti.A questo proposito è giusto ricordare che si tratta di un’area privata all’interno nella quale esistono pericoli per l’incolumità fisica dei cittadini, dovuti alla presenza di scheletri in ferro arrugginito e pareti di laboratori fatiscenti e diruti, nonché la presenza di H2S, acido solfidrico, in corrispondenza delle due piccole sorgenti, dalle quali sgorga acqua termale, con esalazioni a livelli nocivi per la salute dei cittadini, così come accertato negli ultimi giorni dalla Protezione Civile. Il tribunale di Siena, dopo il fallimento della proprietà, è subentrato e attraverso il curatore nominato, ha in corso le procedure per la vendita di quell’area e cioè di un’area industriale dismessa che necessita di un piano di recupero con bonifica della stessa, smaltimento di centinaia di tonnellate di rifiuti speciali e risanamento ambientale”. “Tutto questo come condizione per realizzare una struttura turistico-ricettiva e termale. Crediamo che questa finalità rappresenti l’interesse collettivo dell’intero territorio. Non ci sono impatti che configgono con il vincolo paesaggistico e non si consuma nuovo suolo. Il piano particolareggiato è stato approvato nel 2016, dopo l’entrata in vigore del Piano di Indirizzo Territoriale ed in maniera conforme. A Bollore non c’è nessun parco pubblico, non ci sono vasche libere, e non ci sono acque controllate bensì vasche costruite in maniera illecita in un’area privata. Notizie distorte che contribuiscono alla frequentazione di quest’area da parte di cittadini, magari ignari, dell’illecito che stanno commettendo ma che mettono a rischio la loro salute e la loro incolumità fisica” conclude Galletti.