Chianciano: presunto abuso nei confronti di una minorenne schermitrice; precisazioni Procura di Siena , “subito attivati e  non  ravvisati i presupposti per la richiesta delle stesse misure cautelari. Inoltre “respinge fermamente le accuse di inerzia pubblicamente mosse ed in particolare di inosservanza delle norme in maniera di cosiddetto codice rosso”.

Dalla Procura di Siena riceviamo e pubblichiamo

“Con riferimento alle notizie riportate da alcuni organi di informazione circa la presunta violenza sessuale ai danni di una minorenne nel corso di un ritiro di schermidori che si è tenuto a Chianciano Terme dal 31 luglio al 9 agosto 2023, ed in particolare in relazione alle affermazioni sulla mancata attivazione del cosiddetto codice rosso e la mancata richiesta di misure cautelari, la Procura di Siena in una nota precisa di essersi subito attivata e di non aver ravvisato i presupposti per la richiesta delle stesse misure cautelari. In particolare, nella nota, sull’operato relativo alla presunta violenza sessuale avvenuta a Chianciano la Procura di Siena afferma come: nel tardo pomeriggio del 5 agosto 2023, i Carabinieri della Stazione di Chianciano Terme avvisavano il P.M. di turno della Procura di Siena circa una presunta violenza sessuale di gruppo occorsa in Chianciano Terme nella notte tra il 4 ed il 5 agosto 2023 subita da una minore nel corso di un camp di scherma; analoga comunicazione, attinente allo stesso fatto, veniva inoltrata dalla Squadra Mobile di Roma che provvedeva tempestivamente, in coordinamento con il predetto magistrato, ad escutere a sommarie informazioni testimoniali una persona e ad acquisire la documentazione medica presso la struttura sanitaria dove si era recata la minore; immediatamente, il predetto magistrato dava le prime disposizioni in ordine al coordinamento delle indagini e, in esecuzione delle stesse, nella medesima serata del 5 agosto 2023, venivano sottoposti a sequestro due telefoni cellulari, in uso agli indagati, nonché escusse a sommarie informazioni testimoniali 6 persone di nazionalità italiana e 2 di nazionalità tedesca, con l’ausilio di un interprete; la stessa polizia giudiziaria provvedeva a verificare l’eventuale esistenza di telecamere di videosorveglianza ed estrapolava immagini utili alle indagini provenienti dal sistema di sicurezza pubblico; le notizie di reato provenienti dai predetti organi di polizia giudiziaria venivano depositate in data 07.08.2023; con provvedimento dello stesso giorno, il magistrato titolare del procedimento provvedeva alla tempestiva iscrizione del fascicolo ipotizzando, a carico di due soggetti maggiorenni, l’ipotesi di reato di cui agli artt. 609 octies e 609 ter co. 1 nr. 5 c.p.; sempre lo stesso giorno, il magistrato, in osservanza del disposto di cui all’art. 362 co 1 ter c.p.p. (c.d. codice rosso), delegava la Squadra Mobile di Roma ad escutere la presunta persona offesa entro il termine di 3 giorni, così come previsto dalla legge; in esecuzione della predetta delega e nel rispetto rigoroso del termine di cui al predetto art. 362 co. 1 ter c.p.p., la presunta persona offesa veniva sentita a sommarie informazioni testimoniali in data 9 agosto 2023 con l’ausilio di un interprete e di un’esperta in psicologia; l’atto veniva integralmente videoregistrato; merita precisare come, per disposizione interna della Procura della Repubblica di Siena, conformemente alla stragrande maggioranza degli uffici requirenti, l’assunzione delle sommarie informazioni testimoniali della persona offesa è atto delegabile; nel caso di specie occorre altresì aggiungere che la delega appariva opportuna in considerazione della circostanza che la presunta persona offesa aveva già lasciato il luogo del ritiro per far rientro nella capitale; sempre in costante coordinamento con il titolare del procedimento ed in esecuzione del provvedimento dallo stesso emesso in data 10 agosto 2023, la Squadra Mobile di Roma provvedeva, in pari data, al sequestro del cellulare in uso alla presunta persona offesa; in data 14 agosto 2023, il titolare del procedimento emanava “urgente” delega di indagine alla Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Carabinieri – presso la Procura della Repubblica al fine di ricostruire la vicenda che sin dall’inizio presentava indubbi profili di complessità come spesso accade per fatti analoghi in cui, al fine di accertare il reale accadimento dei fatti, devono compiersi plurimi ed esaustivi accertamenti; in data 14 settembre 2023, il titolare del procedimento disponeva ulteriori indagini, delegando per l’esecuzione la Squadra Mobile di Roma al fine di escutere il personale medico che aveva prestato le prime cure alla minore; in data 30 novembre 2023, la Squadra Mobile di Roma depositava l’esito delle indagini; in data 1° dicembre 2023, il C.T. nominato dalla Procura della Repubblica depositava la copia forense dei cellulari in giudiziale sequestro; in data 4 dicembre 2023, la predetta Sezione di Polizia Giudiziaria depositava l’esito delle indagini nel corso delle quali erano state assunte 13 persone informate sui fatti, di cui 2 di nazionalità straniera che, al fine di prontamente riferire al magistrato delegante, venivano escusse a Bologna, al momento in cui rientravano in Italia per uno stage di allenamento; nella stessa missiva veniva rappresentato che le indagini non ancora del tutto concluse stante l’impossibilità di escutere a sommarie informazioni un teste che si trovava negli Stati Uniti per la frequenza di un corso di studi universitari e che avrebbe fatto rientro in Italia per le vacanze natalizie; si precisava inoltre che occorreva completare l’analisi della copia forense dei cellulari; la persona da escutere a sommarie informazioni faceva rientro in Italia solo in data 15 dicembre 2023 e veniva escussa in data 19 dicembre 2023; in data 20 febbraio 2024, veniva depositata annotazione conclusiva di indagine da parte della locale Sezione di Polizia Giudiziaria; in data 27.02.2024, il titolare del procedimento presentava richiesta di incidente probatorio diretta all’assunzione della testimonianza della persona offesa ed all’espletamento di doverosa perizia volta ad accertare la capacità a testimoniare, con successiva notifica agli indagati ed ai loro difensori e deposito di tutti gli atti; tale richiesta è attualmente al vaglio del locale G.I.P. La Procura di Siena aggiunge nella nota che “nel corso delle indagini preliminari, il titolare del procedimento ha avuto plurimi contatti con la Federazione italiana scherma alla quale è stata rappresentata più volte l’impossibilità di comunicazioni formali in pendenza di indagini preliminari. Analoga impossibilità di comunicazione, in considerazione dell’esistenza del segreto istruttorio, è stata rappresentata per iscritto alla Procura generale dello sport del CONI. Merita precisare – prosegue l’intervento della Procura sulla presunta violenza sessuale avvenuta nel corse del ritiro di schermidori a Chianciano Terme – come, ovviamente, spetta al predetto organo federale ogni e qualsiasi competenza in ordine all’eventuale sospensione di attività sportiva di atleti e tesserati. La Procura della Repubblica, nel corso di tutte le indagini sino ad ora effettuate, ha valutato di non procedere con richiesta di applicazione di misura cautelare nei confronti degli indagati non ravvisandone i presupposti, decisione della quale se ne assume ogni responsabilità ed in relazione alla quale è pronta a dare ogni e qualsiasi spiegazione nelle opportune sedi. Merita precisare che nel caso di specie, per il particolare titolo di reato iscritto, il termine di durata per le indagini preliminari è di 18 mesi con decorrenza dal 7.08.2023. La Procura della Repubblica di Siena, alla luce delle emergenze sopra rappresentate, respinge fermamente le accuse di inerzia pubblicamente mosse ed in particolare di inosservanza delle norme in maniera di cosiddetto codice rosso”.